Il corpo della presidente del Consiglio occupa le cronache. Giovedì è arrivato il comunicato che Giorgia Meloni ha annullato gli impegni istituzionali previsti per questa settimana per il persistere di sintomi influenzali: un breve messaggio sufficiente per alimentare i retroscena in un paese dove la privacy sulle condizioni di salute si mescola alla ricerca morbosa di motivazioni non dette.

Ma il pettegolezzo nasce e si diffonde nei vuoti lasciati dalla comunicazione istituzionale, che nei giorni scorsi ha gestito in modo intermittente e ondivago le notizie sull’agenda della premier. 

E la macchina della comunicazione di Meloni è  «praticamente artigianale», dice a Domani una figura che ha lavorato per anni a palazzo Chigi.

Gli impegni saltati

Lunedì Meloni ha cancellato gli impegni, incluso l’incontro con l’emiro del Qatar in visita a Roma, e martedì non ha preso parte all’anniversario dei Patti lateranensi a palazzo Borromeo.

Mercoledì è tornata operativa a palazzo Chigi, ma giovedì, a quanto pare, ha subito una ricaduta, con la scelta di presiedere in collegamento il Consiglio dei ministri e la decisione finale di annullare il bilaterale con la presidente del parlamento Europeo, Roberta Metsola, in visita a Roma.

Brevissima la nota: «Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha annullato tutti gli impegni istituzionali previsti per questa settimana per il persistere di sintomi influenzali».

Così che è saltata anche la delicata missione in Germania per la Conferenza sulla sicurezza di Monaco.

La scelta del premier

In Italia la diffusione di notizie sulla salute del presidente del Consiglio non è regolata da protocolli, come invece avviene in altri paesi, che in questo modo sottolineano la dimensione istituzionale, e non personale, della questione. 

Negli Stati Uniti la salute del presidente è un argomento molto serio. Quando le circostanze lo richiedono, il punto stampa quotidiano della Casa Bianca è il luogo preposto per gli aggiornamenti sullo stato di salute. I bollettini medici non solo non sono strani, ma sono dovuti, e in alcuni casi particolarmente dettagliati.

Proprio ieri, ad esempio, la Casa Bianca ha reso disponibile e divulgato sui social il resoconto dell’ultimo check up di Joe Biden: soffre di un reflusso gastroesofageo che ogni tanto lo fa tossire.

L’attenzione non riguarda solo il presidente, ma coinvolge deputati e senatori, anche in casi particolarmente delicati come quello del senatore democratico John Fetterman ha fatto sapere ieri tramite il suo portavoce di aver deciso di ricoverarsi per un aggravamento della depressione di cui, ha aggiunto, ha già sofferto in passato.

Malattie ripetute

Il caso vuole che da quando si è insediata, Giorgia Meloni si sia ammalata per tre volte. La prima l’8 dicembre. Sempre per l’influenza, ed era stata costretta a saltare il vertice di Alicante, un incontro internazionale che arrivava subito dopo il litigio con la Francia per questione migranti.

A questa è seguita «l’indisposizione» del 21 dicembre. In quel caso Matteo Salvini l’aveva dovuta sostituire per il Consiglio dei ministri ed era stata annullata la registrazione della puntata di Porta a Porta. In quei giorni era in corso un forte scontro interno alla maggioranza sulla legge di Bilancio.

Casi ripetuti ma comunque straordinari, che si inseriscono in una routine comunicativa che non è regolata da un protocollo. I “punti stampa” sono praticamente inesistenti, ci sono solo messaggi whatsapp e incontri fugaci e discrezionali. 

In Germania, se escludiamo gli incontri pubblici con la cittadinanza del cancelliere, un suo portavoce si presta per tre volte alla settimana alle domande dei giornalisti di tutto il mondo. 

Il silenzio e i social

Il silenzio persistente di Mario Draghi gli è costato diverse critiche, ma il format degli “appunti di Giorgia” e gli scontri a viso aperto con la stampa non hanno risollevato il rapporto difficile con i giornalisti praticamente per tutti i premier.

L’iper presenza di Giuseppe Conte e contemporaneamente i Consigli dei ministri con «il favore delle tenebre», così come i #matteorisponde di Matteo Renzi uniti al silenzio “sospetto” appena si allontanava dai social, hanno creato e alimentato un rapporto squilibrato con il pubblico.

A maggior ragione quando si tratta di malattia. Nel 2017 Paolo Gentiloni, allora presidente del Consiglio, ebbe un piccolo problema cardiaco per cui dovette affrontare un intervento d’urgenza.

La notizia fu riferita il giorno dopo, a cose chiare e ormai fatte. Così la presidente per i rumor un giorno soffre di machiavellismo politico e l’altro «è già troppo stressata», tutte ipotesi appese a voci e pettegolezzi che con una comunicazione all’altezza dell’istituzione che Meloni rappresenta sarebbero state fermate prima ancora di entrare in circolo.

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