Il 23 per cento nei sondaggi, ad appena tre punti dai cristianodemocratici, e nessuna intenzione di fermarsi. Il partito di estrema destra tedesco Alternative für Deutschland sta definendo la strategia per i mesi che lo separano dalle elezioni europee.

E da domenica scorsa, ha anche uno Spitzenkandidat, cioè il candidato principale che guiderà il partito al voto. Si tratta di Maximilian Krah, già europarlamentare di AfD, che ora può tentare il salto di qualità.

Sarebbe un errore pensare che l’avvocato di provincia, con il suo aspetto curato, la pochette e le iniziali sulla camicia, sia un moderato. In realtà è uno dei politici più estremisti, ben oltre gli standard di AfD.

Krah appartiene a Flügel, la corrente più conservatrice del partito. E infatti può contare sul sostegno di Björn Höcke, capo di AfD in Turingia, considerato uno dei volti più forti all’interno del partito e una delle lingue più taglienti nel panorama nazionale.

Il fatto che Höcke si sia intestato l’elezione di Krah, che ha sostenuto pubblicamente, dice tanto sulla situazione del partito e sugli obiettivi dei prossimi mesi.

Scegliere come Spitzenkandidat un personaggio che ha già dato alle stampe un suo manifesto, Politica da destra, in cui propone una riscrittura della politica identitaria della destra in tema di immigrazione, idea dello stato, nazione, popolo e famiglia, dimostra un’intenzione chiara.

AfD sta cancellando l’ultima parvenza di presentabilità borghese che aveva mantenuto negli ultimi anni per imboccare definitivamente la via dell’estremismo.

Dopo un debutto da partito di “esperti” che nel 2013 chiedeva la Dexit, cioè che la Germania lasciasse l’euro e possibilmente anche l’Unione europea, nel 2015 AfD aveva iniziato a capitalizzare sui migranti in arrivo dalla Siria. Con il rallentamento dei flussi, l’argomento era venuto progressivamente meno, tanto che nel 2017 le tesi revisioniste di Höcke lo avevano messo ai margini del partito.

La parabola discendente in termini di consensi ed estremismo (sempre per gli standard AfD) si è arrestata con la linea dura contro le restrizioni anti Covid e le posizioni filorusse dopo la guerra d’aggressione di Mosca.

A fare il resto è stata l’incapacità della coalizione di maggioranza di trasmettere ragioni e obiettivi dei provvedimenti che ha proposto nel primo anno e mezzo di governo.

Picco di consensi

Norme troppo complesse, percepite come limitanti e cervellotiche, oltre che escludenti per chi non è parte dell’élite. L’incapacità dei cristianodemocratici di andare oltre la critica spicciola ha spianato la strada a successi locali e aumento dei consensi, perlomeno virtuali.

Per i parlamentari una prova tangibile del fatto che la scelta sia quella giusta arriva anche da una donazione da 265mila euro arrivata, nel primo semestre 2023, da un ingegnere di Weimar. È la più generosa di tutte quelle arrivata al Bundestag. Berlino guarda con preoccupazione al 2024, quando si voterà anche in Sassonia, Turingia e Brandeburgo.

A est, il rischio che AfD arrivi prima è tangibile e l’idea di avere Höcke governatore preoccupa non poco il resto dell’arco parlamentare, che ha già ipotizzato alleanze d’emergenza per mettere comunque in minoranza gli estremisti.

Il programma per le europee, invece, è ancora tutto da definire, ma senz’altro conterrà lo sviluppo naturale della dottrina della fortezza Europa che da sempre è la chiave di volta della politica continentale di AfD.

Oltre a fare tutto il necessario per ridurre il più possibile l’arrivo dei migranti, infatti, il partito ha cominciato a tirare in ballo un’idea di Europa degli stati nazionali non troppo diversa dall’idea confederativa che difende Giorgia Meloni in Italia.

Ognun per sé, insomma, con l’unica prospettiva di concludere accordi bilaterali con altri paesi. L’ex membro della Cdu tutto gemelli e ciuffo pieno di gel è l’uomo perfetto per diventare il volto di questa linea.

Il suo manifesto l’ha pubblicato con Götz Kubitschek, l’ideologo che è la spalla di Höcke, un intellettuale che ha liberato le idee di estrema destra dagli scantinati in cui si riunivano i partiti neonazisti negli anni Novanta e gli ha dato la dignità per interagire con fondazioni e think tank.

È stato questo, forse, il vero salto di qualità per AfD: il partito, grazie all’accreditamento negli ambienti giusti è riuscito a dettare l’agenda anche ai cristianodemocratici, che hanno deciso di fare propri alcuni dei temi tirati in ballo dagli estremisti e sono arrivati a ipotizzare, seppure per poche ore, una collaborazione.

Non importa, perciò, che Maximilian Krah sia impresentabile a tantissimi livelli. Tanto da essere stato sospeso diverse volte anche da Identità e democrazia, il gruppo a cui appartiene AfD (ma anche la Lega) nell’europarlamento (una volta per aver manipolato l’assegnazione di un incarico finanziato con fondi europei, un’altra per aver tradito gli alleati lepenisti per sostenere Éric Zemmour alle presidenziali francesi).

Non importa nemmeno che dia consigli di dating su TikTok, che abbia simpatie filocinesi – una circostanza inusuale perfino per AfD – o che abbia definito il rientro dei Talebani a Kabul, appena tre settimane dopo che l’ambasciata americana aveva festeggiato il Pride, «l’unica risposta giusta al mese del Pride».

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