È previsto per oggi l’annuncio del nuovo governo nell’Afghanistan conquistato dai Talebani. L’emittente privata Tolo news ha fatto sapere che il nuovo esecutivo potrebbe essere presentato dopo la preghiera del pomeriggio. Ahmadullah Muttaqi, uno degli esponenti dei Talebani, ha detto che sono in corso i preparativi per una cerimonia nel palazzo presidenziale di Kabul.

Composizione del governo

Detentore della massima autorità morale sarà lo sceicco Haibatullah Akhundzada, che dalla presa di potere dei Talebani non è mai comparso in pubblico. Akhundzada è uno studioso religioso di Kandahar. Nel 2017 il figlio si è suicidato in un attentato a una base governativa. Akhundzada dovrebbe avere un titolo teocratico e un ruolo simile a quello dell’ayatollah Khamenei, la guida suprema dell’Iran.

Al suo fianco, per aiutarlo a formulare le scelte principali, dovrebbe sedere una sorta di consiglio dei mullah. La sede centrale potrebbe restare nella città di Kandahar, nel sud del paese. La capitale politica rimarrà però a Kabul, con il mullah Abdul Ghani Baradar che ricoprirà la carica di presidente o primo ministro: sarà lui a guidare gli affari correnti dello stato e a presiedere il gabinetto dei ministri. Combattente nella guerra contro i sovietici negli anni Ottanta, Baradar era il braccio destro del mullah Omar, fondatore degli «studenti coranici».

Il ministero della Difesa o quello degli Esteri dovrebbe essere assegnato a Mawlawi Mohammed Yaqoob, figlio del mullah Omar, e un posto è previsto per Sirajuddin Haqqani, membro della nuova generazione di uno dei clan più vicini all’intelligence pachistana.

Nessuna donna ministro

Che le donne possano entrare nel nuovo governo è improbabile ma non escluso. Di certo non avranno «ruoli apicali»: lo ha detto, in un’intervista alla Bbc, il vice capo dell’ufficio politico dei Talebani in Qatar, secondo cui le donne «potranno continuare a lavorare e a occupare posti minori nel governo». «Seguendo i comandamenti del Corano e sotto la legge della sharia, le donne potrebbero lavorare nei ministeri, nel corpo della polizia o nella magistratura come assistenti», ha detto a Repubblica il portavoce dei Talebani, Zabihullah Mujahid.

Solo ieri una cinquantina di donne afghane erano scese in piazza a Herat, nell’ovest del paese, protestando per ottenere il diritto al lavoro e la partecipazione nel nuovo esecutivo. «È nostro diritto avere istruzione, lavoro e sicurezza», hanno urlato le manifestanti. Una delle organizzatrici della protesta, Basira Taheri, ha chiesto che le donne siano incluse nel governo che sarà presentato oggi.

Nuovi corridoi umanitari

Intanto in Qatar sono iniziati i colloqui tra il Regno Unito e i Talebani, con il primo ministro inglese Boris Johnson intenzionato a consentire l’uscita dei cittadini britannici e afghani rimasti bloccati dopo il ritiro occidentale.

Doha ha invitato i Talebani ad aprire corridoi umanitari per garantire un passaggio sicuro a chi voglia lasciare il paese e un aereo del Qatar è atterrato a Kabul con una squadra di tecnici per discutere della ripresa delle operazioni all’aeroporto.

Una posizione condivisa anche dai leader europei, con il presidente francese Emmanuel Macron e il presidente del Consiglio Mario Draghi concordi sulla necessità di garantire una «safe zone» internazionale nella capitale afghana. 

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