Si dice che un battito d’ali possa provocare un uragano, e cosa può fare allora un’ondata di freddo? Può scatenare una tempesta politica. In Texas un’inedita ondata di gelo e maltempo ha una serie di effetti che riguardano tanto la vita quotidiana degli abitanti quanto le alte sfere della politica globale. La storia comincia nelle case e arriva fino alla Casa Bianca. Che proprio oggi ha dichiarato il major disaster, lo stato di disastro, il quale implica l'accesso totale ai contributi e agli aiuti federali

Al buio e assetati

Ridotti al buio, senz’acqua, al freddo. Ma come, il Texas non era uno stato caldo? Una settimana fa è sembrato tutt’altro, quando le temperature sono scese così in basso come non si vedeva, nella zona, da almeno trent’anni. Il servizio meteorologico nazionale (Nws) ha parlato di “arctic outbreak”, di un fenomeno artico originatosi all’altezza del Canada e che si è spinto poi verso gli Stati Uniti, portando tempeste di neve e temperature da brividi, fino a una ventina di gradi sotto zero. «Continueranno anche la prossima settimana», dice l’Nws.

Il freddo ha portato a incidenti di varia natura, 58 persone sono morte, e milioni di abitanti si sono ritrovati senza luce, senza acqua o con il rischio che fosse contaminata. Come è potuto accadere? Le forniture sono andate in crisi: i pozzi di gas naturale che è la principale risorsa energetica del paese non erano adeguati per quelle temperature e si sono ghiacciati. La distribuzione di gas e i generatori sono andati in tilt, così, mentre aumentava il fabbisogno energetico della popolazione infreddolita, diminuiva invece la disponibilità. Da questo cortocircuito è derivato un blackout che ha messo al buio i texani. Intanto anche l’approvvigionamento idrico è saltato, mentre le tubature esplodevano.

Paradossi della politica

Milioni di famiglie senza energia elettrica, infrastrutture essenziali come quelle ospedaliere ridotte senza acqua, gente che si riscalda come può, accendendo il fuoco all’abbisogna. Di fronte all’emergenza, il senatore repubblicano Ted Cruz, che fu pure candidato alle primarie repubblicane, e che si è distinto per i video in cui esibisce il suo amore per le armi al punto da cuocerci sopra il bacon, cosa ha fatto? Se l’è data a gambe, scappando in una spiaggia del Messico. Per poi tornare con la coda fra le gambe, mentre i texani manifestavano coi cartelli «Resign!» (dimettiti) e qualcuno faceva anche circolare suoi tweet finti (quello del 2016 in cui dice “Crederò nel cambiamento climatico quando il Texas ghiaccerà!” non ha passato il fack checking: pare che sia un fake).

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden oggi ha dichiarato lo stato di disastro. E gli va riconosciuto che proprio in questi giorni ha riportato gli Stati Uniti dentro l’accordo di Parigi sul clima. Ma l’esperienza texana mostra quanto siamo esposti ai cambiamenti climatici, e soprattutto quanto siamo ancora impreparati. A cominciare dalle infrastrutture, che non sono state adeguate alle calamità e alle condizioni rigide di freddo o caldo. Il Texas è se possibile l’apoteosi di questo paradosso: il governatore Greg Abbott, repubblicano, ha provato all’inizio ad attribuire i problemi alle turbine eoliche bloccate dal freddo, e se l’è presa con le energie rinnovabili; poi è stato smentito.

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