l’intervista

Alexander Stubb: «Preparavo la Finlandia alla Nato da anni. Ora serve un trattato per la nuova Confederazione europea»

Finnish Prime Minister Alexander Stubb, centre walks with visiting NATO Secretary General Jens Stoltenberg, at the Prime Minister's residence Kesaranta, in Helsinki, Finland, Thursday, March 5, 2015. (AP Photo/Lehtikuva, Markku Ulander) FINLAND OUT
Finnish Prime Minister Alexander Stubb, centre walks with visiting NATO Secretary General Jens Stoltenberg, at the Prime Minister's residence Kesaranta, in Helsinki, Finland, Thursday, March 5, 2015. (AP Photo/Lehtikuva, Markku Ulander) FINLAND OUT
  • Alexander Stubb dirige la School of Transnational Governance dell’Eui. In Finlandia ha ricoperto incarichi di governo; è stato vicepresidente della Banca europea degli investimenti. «L’adesione alla Nato è stata decisa il 24 febbraio». Gli scambi tra l’ambasciata Usa e Jori Arvonen suggeriscono però che la strada fosse tracciata più di un decennio fa. «Arvonen era il mio consigliere diplomatico. Bisogna risalire al 2008, e alla guerra in Georgia. Fui coinvolto nella mediazione per la pace. La gloria è andata poi a Sarkozy, ma il cessate il fuoco è stato scritto sul mio laptop».
  • In questa intervista Stubb dialoga sull’adesione del suo paese alla Nato e sui suoi suoi effetti. Discute anche di «guerra prolungata», di spese militari europee («devono aumentare»), della ricostruzione dell’Ucraina e di chi dovrebbe finanziarla. E poi “la war fatigue” («Bisogna aspettarsi una riduzione del welfare») e le regole fiscali europee da rivedere, come pure i piani per l’allargamento Ue. 
  • «La mia idea di confederazione somiglia più a quella di Letta che di Macron», ma la volontà politica basterà? «La riforma dei trattati richiederà anche referendum e non ce la faremmo. Una nuova confederazione necessita perciò di un suo trattato fondativo, anche solo una dichiarazione: serve un “momentum” per l’allargamento». 

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