L’inviato americano per il Medio Oriente Brett McGurk avrebbe chiamato i ministri degli Esteri di Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Qatar e Iraq, chiedendo di consegnare un messaggio a Teheran per allentare le tensioni con Israele. Secondo una fonte citata da Reuters, McGurk ha chiesto ai funzionari di contattare il ministro degli Esteri iraniano e di trasmettere il messaggio distensivo. La richiesta sarebbe stata trasmessa. Le telefonate di McGurk sono state riportate per la prima volta da Axios, ma la Casa Bianca ha rifiutato di commentare.

Il presidente Biden ha chiesto a Netanyahu di evitare di attaccare Rafah, e di permettere il passaggio di cibo e medicine nella Striscia, ma ha ribadito la sua ferrea volontà di difendere Israele da attacchi dell’Iran. «Come ho detto al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, il nostro impegno per la sicurezza di Israele contro queste minacce provenienti dall’Iran e dai suoi alleati è ferreo», ha detto il presidente degli Stati Uniti. Che farà l’Iran? La guida suprema, l’ayatollah Ali Khamenei, ha affermato che Israele «deve essere punito e lo sarà» per l’attacco a Damasco che ha ucciso sette membri del Corpo delle guardie rivoluzionarie iraniane nel consolato e quindi in territorio iraniano. Tra loro c’era Mohammad Reza Zahedi, un comandante anziano della forza Quds, un’unità d’élite d’oltremare delle Guardie rivoluzionarie.

Israele non ha confermato di essere l’autore dell’attacco a Damasco, ma il Pentagono ha confermato che lo era. In questo quadro confuso il ministero degli Esteri russo ha lanciato un’allerta invitando i cittadini russi ad astenersi dal viaggiare in Medio Oriente, in particolare in Israele, Libano e nei territori palestinesi. L’allerta è stata lanciata dopo che gli Usa hanno dato per imminente la reazione di Teheran contro Israele per l’uccisione dei 7 pasdaran nel consolato di Damasco, attacco che l’Iran attribuisce allo stato ebraico, e che potrebbe tradursi in un attacco diretto dall’Iran con missili cruise o utilizzando alleati come Hezbollah in Libano o gli Houthi nello Yemen.

Dialoghi militari

Il capo del Comando centrale degli Usa (Centcom) Michael Kurilla è arrivato in Israele. Kurilla vedrà il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant e altri esponenti dell’apparato di difesa per discutere le minacce dell’Iran di un possibile attacco diretto o indiretto contro Israele. Mercoledì l’agenzia Bloomberg ha riferito di un’imminente risposta dell’Iran all’uccisione del generale dei pasdaran a Damasco, con missili ad alta precisione e droni su obiettivi militari e governativi israeliani. Altri analisti dicono che l’Iran abbia posto il cessate il fuoco a Gaza come condizione per non effettuare la rappresaglia contro Israele. Sui negoziati in corso, il Wall Street Journal ha scritto che Hamas potrebbe non avere abbastanza ostaggi vivi da offrire in cambio di una tregua.

Infine va segnalato che i membri del Consiglio di sicurezza dell’Onu in una dichiarazione adottata all’unanimità hanno ribadito la loro «profonda preoccupazione per il bilancio umano del conflitto a Gaza, la catastrofica situazione umanitaria e la minaccia di un’imminente carestia nella Striscia, e hanno chiesto l’immediata rimozione di tutte le barriere alla fornitura di aiuti umanitari su larga scala alla popolazione civile», sottolineando che Israele «dovrebbe fare di più per portare il sollievo richiesto data l’entità dei bisogni nella Striscia». I Quindici hanno «preso atto dell’annuncio di Israele di aprire il valico di Erez e consentire l’uso del porto di Ashdod per la consegna di aiuti a Gaza, ma hanno sottolineato che si dovrebbe fare di più per portare il sollievo richiesto data l’entità dei bisogni nella Striscia». Inoltre, hanno espresso grave preoccupazione per i raid aerei israeliani che hanno ucciso sette volontari di World Central Kitchen.

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