Pestaggi, guerre tra bande e propaganda, cosa c’è dietro il video shock di Almasri

Un video proveniente dalla Libia riaccende la polemica politica sul caso di Osama Njeem Almasri, il torturatore scarcerato dalle autorità italiane nonostante il mandato di cattura della Corte penale internazionale per crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Tutto è partito da un filmato pubblicato dal portale libico Al Masdar, in cui si vede un uomo, identificato come Almasri, compiere una brutale aggressione per le strade di Tripoli contro un’altra persona. Nelle immagini si può osservare il torturatore buttare a terra un uomo, riempirlo di pugni e infine trascinarlo sul marciapiede in una pozza di sangue. Un pestaggio in pieno stile mafioso-criminale ai danni di un uomo di cui non si conosce l’identità e che secondo la pagina libica sarebbe morto successivamente. BREAKING NEWS :rotating_light: A new video clip is circulating showing Osama Njeem popularly known as #Almasri killing a Libyan citizen in the streets of Tripoli. We are still working to confirm the exact date of the incident, but it happened recently. This is the same ICC-wanted criminal for… https://t.co/SbjdhSDZJQ pic.twitter.com/f2KVAed2hO — Refugees In Libya (@RefugeesinLibya) August 21, 2025 Il video ha messo in imbarazzo la premier Giorgia Meloni e le autorità coinvolte nella scarcerazione di Almasri. Nel pomeriggio gli apparati di sicurezza italiani hanno così svolto approfondimenti sull’episodio e tramite un’agenzia Ansa hanno riferito che la foto finale del filmato sarebbe stata scattata prima del gennaio 2025. L’aggressore ritratto nel video è Almasri, che appare accompagnato da un uomo armato di fucile, una guardia del corpo della milizia Rada di cui è uno dei leader. È stato lo stesso gruppo armato ad aver riferito ai servizi di sicurezza italiani che le immagini risalirebbero ad anni fa, in una fascia temporale tra il 2021 e il 2022, quindi prima del rimpatrio di Almasri verso Tripoli a bordo del volo di stato messo a disposizione dalle autorità italiane. Una versione confermata da importanti fonti italiane a Domani. Inoltre, secondo quanto riferiscono i libici, la vittima non sarebbe morta in seguito al pestaggio, avvenuto – pare – per un semplice litigio in strada. Resta la gravità dell’episodio, che è un’ulteriore conferma del modus operandi di Almasri accusato di crimini gravissimi da parte della Cpi perpetrati a partire dal febbraio del 2011 commessi soprattutto a danno di migranti all’interno del carcere di Mitiga, controllato dalla milizia Rada. Tra l’horror e la barzelletta, radiografia del caso Almasri Il retroscena C’è un ulteriore dettaglio che contestualizza il tempismo con cui è stato pubblicato il video. Il portale Al Masdar è considerata vicina al governo di unità nazionale (Gun) di Tripoli guidato da Abdel Hamid Dbeibeh. Il premier da mesi è impegnato in uno scontro militare e politico contro la milizia Rada che oggi controlla circa un quarto di Tripoli e vanta ottimi rapporti con il generale Khalifa Haftar, altro nemico di Dbeibeh. Dopo giorni di scontri armati nei sobborghi della capitale tra le Rada e le forze governative avvenuti all’inizio dell’estate, il premier libico aveva chiesto alla milizia di Almasri di arrendersi e di sottomettersi alla legge dello stato ma senza successo. La tensione militare è ancora alta. Per il momento lo scontro continua, anche a colpi di propaganda. Secondo quanto ricostruito da Domani la pagina Al Masdar risulta affiliata a Walid Ellafi, ministro delle Comunicazioni del Gun e uomo fidato del premier Dbeibeh. Lo scorso luglio, il media ha infatti pubblicato un video generato con l’Intelligenza artificiale in cui si vede una raffigurazione di Almasri confessare come sarebbe riuscito a sfuggire al mandato di cattura della Cpi. Caso Almasri, una banda allo sbando. L’autocomplotto di Meloni Reazioni Il video ha suscitato indignazione sia in Libia che in Italia. La ong Refugees in Libya ha lanciato accuse contro il governo Meloni: «Chi sarà ritenuto responsabile mentre continua a uccidere e terrorizzare innocenti cittadini libici, inclusi rifugiati e migranti?». Anche le opposizioni si sono scagliate contro il governo. «Giorgia Meloni non può più esimersi dallo spiegare agli italiani per quale motivo il suo governo, con una scelta politica che lei stessa pochi giorni fa ha rivendicato, ha volutamente ignorato il mandato di cattura della Corte penale internazionale che pende su Almasri per i suoi crimini, gli omicidi e le torture, e lo ha liberato e riaccompagnato a Tripoli dove sta continuando a uccidere», ha ammonito la segretaria del Partito democratico Elly Schlein. Anche il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, ha attaccato Palazzo Chigi. «Giorgia le hai viste quelle immagini? Un briciolo di coscienza ti è rimasta? Così solerte e ciarliera, su Almasri non hai nulla da dire?», ha scritto in un post.