Per chi desidera un’anteprima sul futuro del Partito democratico non occorre cercare oltre: basterà seguire le imminenti primarie del sindaco di New York che si decideranno il 22 giugno. Una serie di candidati si batte per la candidatura nel partito, un premio che renderà il vincitore quasi certamente sindaco nelle elezioni generali di novembre.

I candidati principali riflettono la diversità etnica crescente nel paese. Il presidente del distretto di Brooklyn, Eric Adams, un afroamericano, e Andrew Yang, un asiatico-americano, sono nettamente i favoriti.

Una società di ricerca stima che solo il 36 per cento dei probabili elettori delle primarie democratiche sarà bianco, il che significa che gli elettori che non sono bianchi avranno un ruolo importante nel determinare il risultato.

Adams e Yang hanno poi un’altra cosa in comune con molti elettori delle minoranze nel partito: sono ideologicamente moderati.

Sinistra progressista respinta

Con il disappunto dei progressisti, Adams e Yang hanno respinto gran parte dell’agenda politica della sinistra progressista, in particolare riguardo a questioni di giustizia penale.

Adams è un ex poliziotto che ha deriso gli appelli per togliere i finanziamenti alla polizia. «Ci sono tanti giovani bianchi benestanti che si inseriscono nella conversazione e ne impostano i toni», lamentava in un’intervista la primavera scorsa sulle origini del sentimento anti polizia.

Adams ha affermato che il defunding della polizia non necessariamente avrebbe portato a una minore presenza di poliziotti. «Quando inizi a tagliare i fondi, non troverai più il poliziotto all’angolo della tua strada», ha detto. «Quel poliziotto non sarà più nella tua hall. Quel poliziotto non sarà più là fuori dopo lo spettacolo di Broadway. E non sono mai stato a un evento in cui la gente diceva di volere meno poliziotti. Mai».

In generale, Adams riassume correttamente le preferenze degli americani. I sondaggi mostrano che gli americani, a tutti i livelli, vogliono che la polizia passi lo stesso tempo, o persino di più, a pattugliare le zone in cui vivono. Neri e ispanici non fanno eccezione: circa l’80 per cento è d’accordo con questo sentimento, anche se la fiducia negli incontri individuali con la polizia rimane bassa tra le minoranze.

Più fondi per la polizia

Yang, un neofita politico che si è fatto un nome presentandosi da outsider per la nomina presidenziale democratica nel 2020, ha adottato la stessa tattica, sostenendo che bisognerebbe allocare più risorse della polizia per far fronte ai crimini violenti.

«La verità è che New York non può permettersi di togliere i finanziamenti alla polizia», ​​ha detto Yang poco dopo una sparatoria a Times Square. Quella sparatoria offriva un esempio a sostegno della posizione di Yang: un bambino di quattro anni ferito nell’attacco era stato portato in salvo da un poliziotto che si trovava nelle vicinanze.

I progressisti, la cui politica tende a essere influenzata dai social media e dagli attivisti, potrebbero obiettare che Adams e Yang hanno perso il contatto con la realtà. Sicuramente una città progressista come New York non chiede a gran voce misure più dure contro il crimine.

Secondo il sondaggio però per una pluralità di elettori di New York è l’unica cosa veramente importante. Il 46 per cento dei probabili elettori sostiene che il crimine e la sicurezza pubblica dovrebbero essere una priorità per il prossimo sindaco; il 33 per cento dei probabili elettori dice che Adams saprebbe affrontare il problema al meglio, Yang è al secondo posto.

Guardando a quello che è successo a New York nell’anno passato, la cosa non sorprende. Gli omicidi sono aumentati circa del 40 per cento dal 2019 al 2020, le sparatorie in particolare sono salite alle stelle.

La distribuzione della violenza

Se qualcuno non è convinto del motivo per cui gli elettori democratici di New York che appartengono a gruppi di minoranza possano essere scettici proprio nei confronti degli appelli della sinistra per la riduzione della polizia, dovrebbero guardare alla distribuzione della violenza.

A causa della concentrazione della criminalità, chi vive in quartieri in cui predominano le minoranze spesso sono vittime dell’aumento dei crimini violenti. Nel 2020 il 73,9 per cento delle vittime di sparatorie registrate a New York era nero, il 22,5 per cento ispanici.

«La gente è fuori di sé per la criminalità. Sta causando danni. I bambini non possono andare al parco a giocare», ha detto a proposito dell’ondata di criminalità al giornalista dell’HuffPost Daniel Marans Gerald Seabrooks, il presidente della United Clergy Commission e vescovo della cattedrale di Rehoboth a Bedford-Stuyvesant. «Vogliamo essere trattati come chiunque altro e vogliamo che la polizia faccia il suo mestiere».

Non dovrebbe sorprendere che questi elettori non si affrettino a sostenere i candidati che appoggiano il definanziamento della polizia, come la operatrice del terzo settore Diane Morales, al sesto posto nel sondaggio più recente.

Sebbene la politica di New York sia ovviamente sui generis, le sfumature moderate e pragmatiche degli elettori delle minoranze della città si riflettono in molti modi nel Partito democratico nazionale. Dopotutto, sono stati gli elettori neri del sud a porre fine di fatto alle due candidature presidenziali di Bernie Sanders.

Anche se ci sono limiti a ciò che l’autoidentificazione può dire a proposito della politica di una persona, è bene ricordare che solo il 29 per cento dei democratici neri e il 37 per cento dei democratici ispanici si identifica come liberal. Mentre dei democratici bianchi, il 55 per cento si definisce tale.

Le ricerche di Eric Kaufmann e altri ha mostrato che negli ultimi anni i liberal bianchi sono diventati ancora più di sinistra sulle questioni sociali e culturali rispetto ai democratici non bianchi, parte del cosiddetto “Great Awokening”.

L’associazione civica More In Common mostra che queste divisioni vanno oltre le posizioni sulle singole questioni e si riscontrano anche negli atteggiamenti sociali. Solo il 34 per cento degli attivisti progressisti – l’8 per cento degli americani che sono sia ideologicamente di sinistra che dichiarati nel loro attivismo politico –  afferma di essere «orgoglioso di essere americano». In confronto, il 62 per cento degli asiatici, il 70 per cento dei neri e il 76 per cento degli ispanici fanno propria questa affermazione.

Minoranze e progressismo

A seconda della parte politica in cui ci troviamo, questi numeri possono esaltare o deprimere. Rappresentano però la realtà della coalizione democratica. Un Partito democratico più inclusivo culturalmente ed etnicamente difficilmente adotterà le politiche della sinistra più estrema.

Al contrario, la diversità culturale del partito porterà alla diversità ideologica, contribuendo alla moderazione in corse come le primarie del sindaco di New York e altrove.

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