Nel campo profughi di Aida a Betlemme

L’attivista palestinese Amira: «Nudo dietro le sbarre del carcere israeliano. Mi dissero: “Ora inizia la festa”»

L’incontro con l’attivista palestinese, che è stato sei volte in carcere, nel suo appartamento al campo profughi di Aida a Betlemme. «Nella nostra sezione sentivamo anche le urla dei prigionieri arrivati da Gaza. Alcuni si sono suicidati, altri sono stati uccisi»

Munther Amira ci aspetta nel suo appartamento dentro al campo profughi di Aida a Betlemme, in Cisgiordania. Per raggiungerlo passiamo sotto un grande arco sovrastato da una chiave enorme. È il simbolo della “nakba” del 1948, l’anno della “catastrofe”, come la chiamano i palestinesi stessi, nel quale migliaia di loro furono costretti a lasciare le loro case. Anche la famiglia di Munther, oggi conosciuto come uno dei più influenti attivisti pacifisti in Palestina, dovette lasciare la propria casa.

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