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Antonio Tajani ministro non potrà stravolgere la politica estera italiana

  • La nomina di Antonio Tajani come ministro degli Esteri ha rilanciato il dibattito sulla continuità o discontinuità in politica estera. Anche se c'è chi sostiene che l'atteggiamento possa cambiare sulla base di chi è il potere, c'è altro da considerare.
  • La ricerca dell’origine “domestica” della politica estera fa spesso cadere nell’errore di sottovalutare una serie di fattori che remano nella direzione della continuità.
  • Questo racconto si trova sull’ultimo numero di SCENARI – il settimanale di geopolitica di Domani. Per leggerlo abbonati o compra una copia in edicola.


«La politica estera non ha bisogno che di una direzione regolare, sicura, pronta, per procedere convenientemente». Nel corso di un aspro dibattito alla Camera dei deputati del marzo 1889, Francesco Crispi rispondeva così a Ruggero Bonghi che gli rimproverava di non adempiere ai suoi doveri essendo contemporaneamente presidente del Consiglio, ministro dell’Interno e degli Esteri.   Nonostante l’evidente forzatura, l’esponente della sinistra storica ben sintetizzava la diffusa rappresentazione

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