Lo hanno chiamato “Vacunatorio Vip”, vaccinazioni vip, è lo scandalo che ha travolto il governo argentino di Alberto Ángel Fernández e ha portato alle dimissioni del ministro della Salute Ginés González García.

Il sistema

All’interno della sede del ministero della Salute argentino era operativo un centro di vaccinazione Vip dove venivano inoculate dosi del siero contro il Covid-19 a persone privilegiate e con buoni contatti. A mettere in luce lo scandalo è stato il giornalista Horacio Verbitsky che in un’intervista ha dichiarato di aver chiamato il suo «vecchio amico» Ginés González García, per scoprire dove potersi vaccinare. «Mi ha detto che dovevo andare al Posadas Hospital» ha dichiaratao a El Uncover Radio il giornalista argentino. «Quando stavo per andare, ho ricevuto un messaggio dal suo segretario, il quale mi ha detto che una squadra di vaccinatori di Posadas sarebbe andata al ministero, e che sarei dovuto andare lì», ha aggiunto. Il 79enne Verbitsky ha ricevuto la prima dose del vaccino russo Sputnik V, insieme a lui una lunga lista di referenti del partito di governo, sindacalisti e uomini delle istituzioni. Tra questi ci sono il deputato Eduardo Valdés, molto vicino a Fernández, e il senatore Jorge Taiana che dopo l’accaduto non accompagneranno il presidente nel suo viaggio ufficiale in Messico. «Non avrei mai ricevuto il vaccino da nessuno, tutto quello che ho fatto è stato perché ero in viaggio a Città del Messico e pensavo di dovermi vaccinare», ha detto Valdés a un’emittente radiofonica. Il deputato ha confermato che anche lui è stato vaccinato all’interno del ministero della Salute come gli altri. Lo scandalo ha travolto il governo del presidente Fernández, che ha chiesto al ministro di rassegnare le sue dimissioni.

Le dimissioni

«Signor Presidente della Nazione Argentina: con la presente e rispondendo alla sua espressa richiesta, presento le mie dimissioni», ha scritto González García in una lettera pubblica postata online a poche ore dallo scandalo.

Il ministro uscente sarà sostituito da Carla Vizzoti, già interna al ministero e che ha avuto il riconoscimento per aver comprato le dosi del vaccino russo per il paese. Nella sua lettera González García ha attribuito la colpa dello scandalo a «una confusione involontaria» della sua segreteria privata e ha detto di assumersi le sue responsabilità «per l'errore». 

L'opposizione ha attaccato il governo e ha definito quanto accaduto «vergogna nazionale». Il giornalista Verbitsky è stato licenziato dall’emittente radiofonica per cui lavora e ha ricevuto critiche anche dai lavoratori del Centre for legal and social studies (Cels), l’organizzazione umanitaria di cui è a capo. «Abbiamo ricevuto la notizia che il presidente della nostra organizzazione è stato vaccinato al di fuori del sistema stabilito, attraverso una catena di favori e a titolo personale, mentre cercavamo, come tutti, di dare una svolta agli anziani nelle nostre famiglie» hanno commentato dall’organizzazione.

Il piano di vaccinazione argentino sta procedendo a rilento per i ritardi nelle consegne delle dosi. Nella capitale Buenos Aires il sistema online per le prenotazioni è crollato a causa dell’alta richiesta di prenotazione per le persone di età superiore di 70 anni.

Gli altri casi

Quello argentino non è l’unico caso dei “furbetti del vaccino” anche in altri paesi vicini come Perù e Cile politici e funzionari delle istituzioni hanno ricevuto le dosi prima del previsto. In Perù oltre 400 politici si sono visti inoculare il vaccino, un fatto che ha aperto una profonda crisi istituzionale nel paese, mentre in Cile circa 37mila persone hanno ricevuto dosi prima del tempo, essendo sotto i 60 anni e senza malattie croniche.

In Argentina erano già emerse irregolarità nelle somministrazioni soprattutto in favore di politici e attivisti locali. Nel paese si contano più di due milioni di persone contagiate da inizio della pandemia e oltre 50mila i decessi.

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