Il capo del gruppo Wagner, Yvgeny Prigozhin, venerdì ha comunicato che le sue truppe lasceranno Bakhmut il prossimo 10 maggio. Lo ha annunciato via Telegram, giustificando la scelta in questo modo: i paramilitari «in assenza di munizioni, sono condannati a una morte insensata». Poco tempo prima il leader dei paramilitari aveva pubblicato un video in cui lamentava che i suoi uomini non ricevessero sufficiente supporto dalle autorità russe. Da parte di Mosca non arriva alcuna replica. Il portavoce del Cremlino Dimitri Peskov, secondo l’agenzia Ria Novosti, ha detto di aver sentito del ritiro dai media, ma di non poter rilasciare commenti «perché riguarda il corso di un'operazione militare speciale», riferendosi al conflitto in Ucraina.

Nel video recentemente diffuso sul suo canale Telegram, Prigozhin ha accusato i vertici militari di Mosca per la carenza di munizioni. Il filmato mostra numerosi cadaveri di soldati russi, mentre il capo del gruppo Wagner si scaglia violentemente contro il ministro della Difesa, Sergei Shoigu, e il Capo di stato maggiore delle Forze armate russe, Valery Gerasimov, spesso al centro delle polemiche di Prigozhin. 

Il leader dei paramilitari ha detto che le perdite sarebbero state cinque volte minori delle attuali, se solo le sue truppe avessero ricevuto l’adeguato supporto dal Cremlino. «Questi ragazzi sono venuti qui come volontari e stanno morendo perché voi possiate ingrassare nei vostri uffici», grida Prigozhin nel video. 

Secondo un blogger filorusso, l’ex viceministro della Difesa Mikhail Mizintsev – noto come «il macellaio di Mariupol» per il suo coinvolgimento nell’assedio alla città nello scorso anno – si sarebbe unito al gruppo Wagner. 

La difesa di Kherson 

I cittadini di Kherson stanno facendo scorte di acqua e viveri, in previsione del coprifuoco di 56 ore che avrà inizio venerdì sera. A seguito degli intensi bombardamenti russi nella notte tra giovedì e venerdì, alcuni residenti hanno preferito rimanere in casa oppure cercare riparo nei rifugi. Lo riporta il Guardian.

Altre famiglie sono riuscite ad allontanarsi dalla città, dove nell’ultima settimana si è verificata un’intensificazione degli attacchi di Mosca: mercoledì scorso, i bombardamenti hanno colpito un supermercato. 

La fuga da Zaporizhzhia

Il governatore russo Yevgeny Balitsky, imposto nella zona occupata della regione di Zaporizhzhia, ha rivelato di aver ordinato l’evacuazione dei villaggi vicini al fronte. Balitsky ha affermato che i bombardamenti ucraini si sono intensificati di recente.

Venerdì la Tass ha inoltre riportato la minaccia alla centrale di Zaporizhzhia con la possibile rottura di una diga. L’inondazione potrebbe coinvolgere circa 15 o 18mila persone. Il consigliere del direttore generale di Rosenergoatom (una delle città interessate dal problema), Renat Karchaa, ha detto che: «Ci sono due vie d’uscita: o gli ucraini smettono di bombardare e ci lasciano riparare le dighe danneggiate dalla loro artiglieria, consentendoci di eliminare la minaccia, oppure queste persone dovranno essere evacuate».

Nuovi attacchi di droni 

In Russia una raffineria di petrolio ha preso fuoco, giovedì, a causa di un altro attacco con droni. Lo riporta venerdì l’agenzia Tass, citando una fonte anonima secondo cui non sarebbero presenti feriti. L’incendio si è verificato nella città di Ilsky, nella regione di Krasnodar, la stessa in cui lo scorso 3 maggio si è verificato un analogo incidente in un deposito di carburante, senza provocare feriti. 

Nello stesso giorno è deflagrato il caso del presunto attacco al Cremlino, per cui Mosca ha accusato prima l’Ucraina e poi, ieri, gli Stati Uniti. 
Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, venerdì ha di nuovo addossato la responsabilità dell’attentato alle truppe del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. 

Lavrov ha ribadito la posizione russa in merito all’«attacco terroristico», sostenendo che non si debbano aspettare altri incidenti o provocazioni simili. Secondo il ministro, Zelensky «fa di tutto per garantire che qualsiasi paese non voglia comunicare con l'Ucraina».

Rispetto alle accuse di giovedì da parte di Mosca a Washington, Peskov ha detto che la Russia manterrà rapporti con gli Stati Uniti «se sono necessari per raggiungere gli obiettivi e garantire gli interessi» del paese.

La Cina ha intanto ribadito la propria disponibilità a fare da mediatore nel conflitto russo-ucraino. Lo ha detto il ministro degli Esteri cinese, Qin Gang, durante un colloquio con Lavrov, entrambi venerdì in India in occasione della riunione dei ministri degli Esteri dell'organizzazione per la cooperazione di Shangai (Sco).

Missile ipersonico 

Yuri Ignat, portavoce del comando dell'aeronautica delle forze armate ucraine, ha smentito la notizia del sito ucraino Defense express, secondo cui nella notte di giovedì 4 maggio le forze ucraine avrebbero abbattuto un missile ipersonico russo Kh-47 “Kynzhal” su Kiev. Il sito aggiungeva che la notizia era stata possibile grazie a un razzo Patriot statunitense. 
 

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