La Corte suprema degli Stati Uniti valuterà la possibilità di reimporre la pena di morte a uno dei due attentatori dell’attacco alla maratona di Boston del 2013, in cui morirono tre persone e ne furono feriti 260 (di cui diciassette persone persero gli arti). I giudici hanno accolto il ricorso presentato dall’amministrazione di Donald Trump contro l’annullamento della condanna a morte di Dzhokhar Tsarnaev risalente a fine luglio 2020.

Le audizioni non si terranno prima dell’autunno e saranno un test per il presidente democratico Joe Biden visto che ha affermato la volontà di sospendere la pena capitale a livello federale. Anche se la Corte dovesse reimporre la pena di morte, Biden non sarebbe obbligato a fissare una data per l’esecuzione. In circa due mesi dall’inizio della presidenza Biden, la nuova amministrazione ha ribaltato la posizione del predecessore repubblicano in diversi casi della Corte suprema, ma non ha ancora espresso nulla in merito al caso in questione.

La condanna a morte di Tsarnaev era stata decisa dall’amministrazione di Barack Obama, in cui Biden era vice presidente, ma a fine luglio la Corte d’appello di Boston ha annullato la sentenza sostenendo che il giudice non avesse fatto abbastanza per garantire che la giuria non avesse pregiudizi contro Tsarnaev. Immediato il ricorso presentato dal dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti.

La difesa di Tsarnaev, all’inizio del processo ha riconosciuto che lui e il fratello maggiore, Tamerlan Tsarnaev, hanno fatto esplodere le due bombe alla maratona del 15 aprile del 2013. Ma hanno sostenuto anche che Dzhokar Tsarnaev fosse meno colpevole del fratello, il quale è morto a seguito di uno scontro a fuoco con la polizia e investito dal fratello mentre fuggiva. Dzhokhar Tsarnaev, invece, è stato catturato dagli agenti che lo hanno trovato insanguinato e ferito in un sobborgo di Boston, nascosto in un’imbarcazione parcheggiata in un giardino.

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