Joe Biden è stato eletto 46esimo presidente degli Stati Uniti d'America. Non devo guardare la Cnn per saperlo. Il mio quartiere a Manatthan è un tripudio di gioia. Suonano i clacson, la gente è scesa in strada. C'è che urla affacciato alle finestre, chi batte sulle pentole di cucina. I miei figli ballano felici di fronte alla tv. Karl Popper definiva democratico un sistema politico in cui i cittadini possono cambiare il proprio governo senza che ci siano spargimenti di sangue. La non violenza e l'accettazione delle regole del gioco sono principi fondanti di ogni demcorazia. È bene tenere in mente Popper in questi giorni di spogli e riconteggi elettorali negli Stati Uniti.

Alla chiusura dei seggi

Tutto comincia martedì 3 novembre alla chiusura dei seggi sulla costa orientale del paese. Quel giorno ero a Washington per commentare i risultati delle elezioni per la televisione italiana. Sulla terrazza dello studio di fronte alla Casa Bianca dove si svolgeva il collegamento televisivo mi è sembrato di rivivere la notte elettorale del 2016, quella che portò contro ogni pronostico alla vittoria di Trump.

La situazione sembrò irrimediabilmente compromessa quando il presidente, in piena notte, era comparso di fronte alle telecamere per dichiararsi vincitore, chiedere la fine del riconteggio delle schede elettorali arrivate per posta e annunciare cause legali negli stati del blue wall.

La bugia di Trump

Per settimane Trump aveva ribadito quanto il voto per posta fosse fraudolento, addirittura illegale. Ma in questo paese si vota per posta dal 1864, da quando il presidente Abraham Lincoln chiese che le truppe impegnate nella Guerra Civile potessero votare lontano da casa. Non esistono studi scientifici che provano che il voto per posta nasconda la possibilità di brogli.

Tra l’atro le forze armate nelle basi americane sparse per il mondo votano da sempre in questo modo. Quest’anno 91 milioni di elettori hanno richiesto di votare per posta a causa della pandemia. Io stessa ho votato in questo modo, viste le lunghissime file ai seggi a New York. Tradizionalmente gli elettori democratici votano per posta più degli elettori repubblicani. L’elettorato democratico è spesso meno abbiente e incontra maggiori difficoltà nel recarsi alle urne in un giorno infrasettimanale (per ragioni storiche si vota sempre il primo martedì di novembre). Lo spoglio di questi schede inoltre è sicuramente più lungo e laborioso.

Il recupero di Biden

Proprio perché questi voti sono più lenti da scrutinare, nei giorni successivi al 3 novembre, man mano che le schede venivano contate, il margine di vantaggio di Trump su Biden si riduceva e Biden passava in testa, aggiudicandosi il Michigan e il Wisconsin, rimanendo in vantaggio in Nevada e Arizona e addirittura superando Trump in Georgia e Pennsylvania.

Malgrado le settimane che verranno saranno caratterizzate da ricorsi e riconteggi, cosa si evince dai risultati che abbiamo in questo momento? Il dato più importante da riportare è che la  Il dato più importante è che la demografia di questo paese sta cambiando. Gli Stati Uniti diventano sempre più multietnici, urbani, istruiti e laici e questo cambia l’elettorato di stati considerati da sempre roccaforti repubblicane. La differenza in queste elezioni l’ha fatta l’elettoratourbano e sempre più democratico che vive in città come Phoenix, Atlanta, Philadelphia, Pittsburgh, Detroit e Milwaukee, e nelle contee limitrofe.

Le nuove generazioni

Tra le nuove generazioni, in particolare quelle della Generazione Z (nati dopo il 1996) solo il 49 percento è caucasico. Il 51 percento appartiene ad altre etnie o è multietnico (tra i baby-boomers il 76 percento dell’elettorato è bianco). In conclusione, l’accettazione delle regole del gioco e la transizione pacifica del potere sono le fondamenta di una democrazia.

Malgrado Trump accusi i democratici di avergli rubato l’elezione, non ci sono evidenze che il voto arrivato per posta sia illegittimo o fraudolento. Intanto però i proud boys, ai quali Trump ha chiesto di mantenersi pronti, si stanno preparando a scendere in piazza armati.

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