Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha incontrato il premier israeliano Benjamin Netanyahu, il presidente Isaac Herzog e alcuni dei sopravvissuti all’attacco del 7 ottobre. Da Tel Aviv, ha fatto sapere che gli eventi di quel giorno per gli israeliani sono come «quindici 11 settembre». Ha aggiunto che farà quanto in suo potere per assicurare il ritorno degli ostaggi a casa e che gli Stati Uniti hanno stabilito un pacchetto di aiuti da 100 milioni di dollari per Israele e Cisgiordania. 

«Dobbiamo ricordare la lezione delle sacre scritture: onorare i propri cari e il proprio prossimo», ha detto Biden. Nel mostrare il proprio supporto alla difesa israeliana, si è appellato anche al rispetto del diritto umanitario che deve valere anche in guerra, e ha sottolineato che «Hamas non rappresenta i palestinesi».

Con loro alcuni volontari e il presidente del Pronto intervento, Eli Beer

«Come si è unito per sconfiggere il nazismo e l’Isis, il mondo civile si deve unire per sconfiggere Hamas», aveva detto Netanyahu nell’accogliere Biden, «per le persone di Israele c’è solo una cosa migliore di avere un amico fedele come voi, ed è averlo qui, in Israele».

Il presidente Biden aveva poi detto che gli Stati Uniti si assicureranno che Israele abbia tutto quello di cui ha bisogno per difendersi e ha aggiunto che «Hamas ha compiuto orrori che al paragone quelli dell’Isis appaiono più ragionevoli».

Biden ha fatto poi riferimento all’esplosione nell’ospedale a Gaza, in cui secondo il ministero della Sanità di Gaza sono morte almeno 500 persone, e la cui dinamica è stata messa in discussione nelle ultime ore: «Da quello che ho visto, sembrerebbe che siano stati gli altri, non voi. Ma ci sono molte persone che non ne sono sicure, quindi ci sono da superare molte cose», ha detto Biden.

In un primo momento infatti è stato riferito dal ministero della Sanità che l’ospedale era stato bombardato dalle forze di difesa israeliane. L’esercito israeliano di contro ha contestato l’accusa, e ha sostenuto che l’esplosione sia stata causata dal lancio di un missile difettoso da parte della Jihad islamica palestinese, e che dispone di prove audio e video per dimostrarlo.

In seguito, Biden ha incontrato il presidente israeliano Isaac Herzog, alla presenza anche del segretario di stato Antony Blinken e del consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan. Biden ha espresso a Herzog «grande empatia e profondo dolore per la tragica perdita di vite umane sofferta da Israele», e ha insistito nel supporto degli Stati Uniti alle operazioni contro Hamas. 

Le domande di Biden

Il portavoce del Consiglio per la Sicurezza Nazionale, John Kirby, ha anticipato che l’incontro con Netanyahu verrà successivamente allargato ad altri funzionari statunitensi e al Gabinetto di guerra israeliano, ha spiegato il funzionario. Durante gli incontri, il presidente degli Stati Uniti «cercherà di comprendere da parte degli israeliani la situazione sul campo e, ancor più importantemente, i loro obiettivi, i loro piani, le loro intenzioni nei prossimi giorni e settimane».

Biden «porrà alcune domande difficili. Lo farà come amico, come un vero amico di Israele, ma porrà alcune domande», ha detto Kirby. Alla richiesta di chiarimenti, Kirby ha precisato che Biden intende confrontarsi «nello spirito di un vero, profondo amico di Israele».

Il presidente «chiarirà che vogliamo continuare a vedere che questo conflitto non si estenda, non si espanda, non si approfondisca», ha detto il funzionario statunitense, facendo riferimento a un «segnale forte» da parte degli Stati Uniti, anche con l'invio di ulteriori forze militari nella regione.

Biden dovrebbe anche discutere delle esigenze di Israele e «chiarirà che faremo tutto il possibile per soddisfare queste esigenze», ha affermato Kirby.

Tra gli argomenti dei colloqui tra Biden e i vertici del governo israeliano figureranno anche gli ostaggi detenuti da Hamas: Biden cercherà di ottenere ulteriori informazioni dai suoi interlocutori israeliani su «dove si trovino, in che condizioni si trovino, se vengono spostati».

Infine, Kirby ha dichiarato che l'inquilino della Casa Bianca premerà per un flusso «sostenuto» e continuo di aiuti umanitari.

Dopo l’esplosione dell’ospedale è stato invece annullato il colloquio previsto in Giordania con il re giordano Abdullah II, il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi, e il presidente dell’Autorità palestinese Mahmoud Abbas.

Le reazioni all’esplosione

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, si è detto «inorridito» dal bombardamento.

Per Mosca, Israele, con la partecipazione dei suoi partner americani, deve fornire immagini satellitari per dimostrare il suo non coinvolgimento nell'attacco all’ospedale di Gaza. Lo ha detto la portavoce del ministero russo degli Esteri, Maria Zakharova: «Ovviamente – si legge su Ria Novosti - ora vediamo il desiderio di scaricare le responsabilità. Se dietro questo tentativo ci sono intenzioni serie, non solo parole, ma intenzioni serie per dimostrare la propria estraneità, la propria innocenza, allora non bisogna fare solo commenti sui media e sui social newtork, ma bisogna fornire le prove». E chiedono immagini satellitari.

Il ministro degli Esteri dell'Iran, Hossein Amir-Abdollahian, su X (ex Twitter), accusa: «Terribile crimine del regime sionista con l'attentato e il massacro di oltre mille donne e bambini innocenti nell'ospedale Al Moamdani - a Gaza -, è giunto il momento dell'unità globale dell'umanità contro questo falso regime più odiato dello Stato islamico e della sua macchina di morte», e ha aggiunto in inglese: «Il tempo è finito». Intanto è salito ad almeno 3.200 morti e circa 11.000 feriti il bilancio delle vittime dagli attacchi dell'esercito israeliano sulla Striscia di Gaza dall'inizio dei combattimenti. 

© Riproduzione riservata