Il presidente che ha annunciato solennemente la fine dell’occupazione dell’Afghanistan ha anche rinnovato l’impegno nella guerra globale al terrorismo. Il paradosso di un’azione militare diffusa e “umana” che legittima un conflitto senza limiti di spazio e tempo
- Joe Biden nel discorso che ha sancito il ritiro delle truppe dall’Afghanistan ha detto anche che «continueremo a lottare contro il terrorismo in Afghanistan e in altri paesi».
- Come si raggiunge l’obiettivo di impedire che il paese diventi una base per i nemici dell’America? Adattando la strategia alle modalità fluide e transnazionali con cui il terrorismo si propaga.
- La guerra diffusa e invisibile con i droni è la strada scelta dall’Amministrazione, ma, come mostra un recente libro di Samuel Moyn, è anche il modo perfetto per rendere la guerra perpetua.
«Qual è l’interesse nazionale vitale?», ha domandato retoricamente Joe Biden durante il discorso che ha sancito il ritiro delle truppe agli avvocati dell’estensione della presenza militare in Afghanistan. Risposta: «Assicurarci che l’Afghanistan non venga più usato per lanciare attacchi al nostro paese». Non si tratta di un obiettivo minimalista. Biden non ha detto che lo scopo finale è soltanto prevenire attacchi da parte di network terroristici che notoriamente si rigenerano e si riadattano



