Il presidente americano, Joe Biden, è intervenuto sul processo di impeachment del suo predecessore, Donald Trump, dicendo che dopo i video dell’assalto al Congresso resi pubblici dai democratici «alcune persone potrebbero avere cambiato opinione». Il riferimento del democratico è ad alcuni filmati mostrati dai manager dell’impeachment durante il dibattito al senato in cui si vedevano i sostenitori di Trump gridare di volere «impiccare» l’ex vicepresidente, Mike Pence, accusato di non avere seguito gli ordini del repubblicano che gli aveva chiesto di boicottare il voto del Congresso sulla nomina di Biden.

Le immagini mostravano anche diversi poliziotti chiedere aiuto mentre cercavano di bloccare disarmati gli insorti. Nel corso dell’assalto sono morte cinque persone tra cui un agente della Capitol Police. 

Come sta procedendo l’impeachment?

Iniziato immediatamente dopo i fatti del 6 gennaio, il processo di impeachment è stato fortemente voluto dai democratici e in particolare dalla speaker della Camera, Nancy Pelosi, che aveva accusato Trump di essere «una minaccia per la democrazia». Il procedimento è già stato approvato alla Camera dove i democratici godono di una forte maggioranza ed è ora giunto alla prova del senato dove l’esito del voto è tutt’altro che scontato.

Per votare l’impeachment di un presidente servono infatti i voti favorevoli di due terzi dei legislatori. Un numero non facile da raggiungere vista la volontà di molti repubblicani di «andare avanti» e lasciarsi il passato alle spalle. Per questo nel terzo giorno di dibattito i manager del senato hanno concluso la loro arringa chiedendo: «Siete sicuri che non far passare l’impeachment non significhi dare via libera a Trump per un eventuale secondo mandato?». 

La sentenza sui Proud Boys

Un’altra organizzazione che ha legato il suo destino all’assalto al Congresso è quella dei Proud Boys, formazione di estrema destra da sempre fedele agli ideali di Trump. I membri dell’organizzazione hanno partecipato all’assalto al Congresso e sono stati per questo dichiarati «organizzazione terroristica» dal Canada. Inoltre, il loro leader, Henry “Enrique” Tarrio, si è visto negare l’11 febbraio la possibilità di tornare a Washington dopo essere stato arrestato per avere bruciato un banner del movimento anti razzista, Black Lives Matter.  

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