- Trent’anni sono un periodo sufficiente perché un paese faccia i conti con la storia e con le proprie colpe. La guerra di Bosnia fu una guerra d’aggressione, organizzata e diretta da Serbia e Croazia con l’obiettivo di spartirsi la repubblica aggredita.
- Se l’Italia e l’Europa avessero preso atto di questa verità sarebbero stati in obbligo di schierarsi con le vittime contro gli aggressori. Ma accadeva che le vittime, i bosniaci, fossero per gran parte musulmani; mentre gli aggressori erano tutti cristiani.
- Insinuare l’equivalenza delle colpe permette una narrazione finto neutralista in cui le guerre sono tutte uguali, un unico mostruoso mostro mitologico, astratto, impersonale, precipitato del male che si annida in ogni società.
Trent’anni sono un periodo sufficiente perché un paese faccia i conti con la storia e con le proprie colpe. In questi giorni il trentesimo anniversario dell’inizio della guerra di Bosnia offriva appunto una di queste occasioni. Ma i media e la politica non l’hanno colta, forse distratti da questioni più urgenti, forse per evitarsi imbarazzi. Eppure non sarebbe stato un esercizio inutile, avrebbe chiarito questioni irrisolte che il conflitto in Ucraina ripropone. Allora come oggi, la tecnica per



