La polizia federale brasiliana ha accusato l’ex presidente Jair Bolsonaro di essere stato l’architetto del tentativo di colpo di stato del 2022, contro la vittoria delle elezioni da parte del candidato oppositore Luiz Inácio Lula da Silva che aveva ottenuto il 50.9 per cento delle preferenze. L’8 gennaio del 2023, circa 15mila a favore di Bolsonaro avevano assaltato i palazzi istituzionali per protestare contro la vittoria di Lula. I militari e la polizia hanno risposto con forza contro la folla. Il bilancio ufficiale è di 40 feriti e oltre 1500 arresti. Da quel momento sono iniziate le indagini per cercare di risalire alla rete di organizzatori e finanziatori della sommossa popolare.

«Ho lasciato il governo più di un anno fa e continuo a soffrire una persecuzione incessante», ha detto l'ex presidente al quotidiano brasiliano Folha de São Paulo rispondendo alle accuse della polizia federale. «Lasciatemi stare, c'è già qualcun altro a governare il paese», ha aggiunto. Bolsonaro ha detto che sta cercando di informarsi sulle perquisizioni, i sequestri e gli arresti e di non poter rilasciare ulteriori dichiarazioni: «Sto cercando di capire, sembra che sia una nuova inchiesta».

Blsonaro «deve aver partecipato alla pianificazione del golpe del 2022: attendiamo l'esito delle indagini ma spero che si possa avere il prima possibile la verità su quanto successo in Brasile», ha detto invece il presidente brasiliano Lula commentando le indagini sul tentato colpo di Stato che vedono coinvolto il suo predecessore. «Voglio però che a Bolsonaro venga concessa la presunzione di innocenza, cosa che io non ho avuto: voglio che sia indagato e venga accertata la verità, e che chi ha sbagliato paghi per i suoi errori» ha aggiunto.

Le indagini

La polizia ha sequestrato il passaporto di Bolsonaro per evitare che possa lasciare il paese e ha eseguito l’arresto di Valdemar Costa Neto, presidente del partito di Bolsonaro, per detenzione illegale di armi. Costa Neto è una delle oltre trenta persone indagate per il tentativo di golpe del 2022. Nell’operazione sono stati eseguite anche una serie di perquisizioni e sono state arrestate altre quattro persone, tra cui due ufficiali dell'esercito e due ex aiutanti di Bolsonaro. I provvedimenti sono stati autorizzati da Alexandre de Moraes, giudice della Corte suprema e presidente del Tribunale Supremo Elettorale. Secondo le indagini, i due collaboratori di Bolsonaro (Felipe Martins e Amauri Feres Saad) avrebbero presentato all’ex presidente di estrema destra un piano dettagliato per l’esecuzione di un colpo di stato. Nel piano erano previsti gli arresti di varie autorità, tra cui quelli dei giudici della Corte suprema federale Alexandre de Moraes e Gilmar Mendes, e del presidente del Senato, Rodrigo Pacheco, ma su richiesta dell'allora presidente, furono apportate modifiche, mantenendo la prigione per il ministro de Moraes e «nuove elezioni».

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