L’Unione europea ha annunciato di riprendere la procedura di infrazione nei confronti del Regno Unito a causa della volontà di Londra di modificare unilateralmente gli accordi post Brexit. È l’ennesimo capitolo della controversia dopo l’uscita del paese dall’Ue. In aggiunta Bruxelles ha aperto altre due azioni legali.

A far scattare la reazione europea è stata la proposta di legge del governo britannico che ha l’intenzione di disapplicare in maniera unilaterale alcuni punti del protocollo sull’Irlanda del Nord, reputato un caposaldo degli accordi post Brexit dall’Ue. Il 13 giugno il governo conservatore di Boris Johnson ha presentato in parlamento le modifiche al protocollo, che lo stesso premier ha provato a sgonfiare definendoli «aggiustamenti di poca importanza». Un portavoce di Downing Street ha commentato la notizia della ripresa dell’azione legale Ue affermando come Londra sia «delusa» e che «risponderà formalmente a tempo debito».

Le modifiche

Londra vorrebbe sfuggire al ruolo della Corte europea di giustizia come regolatore supremo e soprattutto vorrebbe diminuire e cambiare i controlli delle merci in arrivo in Irlanda del Nord dalla Gran Bretagna. Secondo l’accordo, i controlli dovrebbero avvenire nei porti, per difendere sia il mercato unico europeo sia il confine “morbido” con la Repubblica d’Irlanda.

Ora il Regno Unito, dopo la dura presa di posizione degli unionisti nordirlandesi contrari al protocollo, vorrebbe istituire canali diversi per le merci che sono destinate al mercato in Irlanda del Nord e quelle per cui si prevede l’esportazione verso l’Irlanda, e quindi l’Ue.

Il nodo nordirlandese

Gli unionisti da mesi combattono contro l’accordo perché allontana Belfast da Londra creando una sorta di confine nel mar d’Irlanda. La stabilità della regione è a rischio, visto che l’anno scorso sono divampati disordini per diversi giorni scatenati dalla comunità unionista.

Il Dup (Democratic unionist party), principale partito lealista, dopo la sconfitta nelle recenti elezioni si sta rifiutando di entrare nel governo, che il Belfast Agreement prevede debba essere condiviso tra nazionalisti e unionisti, bloccando la regione proprio a causa del protocollo.

La reazione Ue

Tuttavia, il vice presidente della Commissione Ue Maros Sefcovic è stato chiaro: «Non c’è alcuna giustificazione politica per cambiare unilateralmente un accordo internazionale». Sefcovic ha poi accusato nettamente Londra per la sua iniziativa che violerebbe la legge internazionale, oltre che la fiducia dei negoziatori europei, creando «profonde incertezze e ombre sulla nostra complessiva cooperazione».

L’azione legale europea ripresa era stata congelata a novembre scorso e riguardava la mancata attuazione da parte del Regno Unito sui requisiti di certificazione per la circolazione di beni agroalimentari. Le due nuove procedure, invece, riguardano gli obblighi sui controlli sanitari e fitosanitari dell’Ue.

Sefcovic ha spiegato che Londra «non sta effettuando i controlli necessari e non garantisce personale e infrastrutture adeguati ai posti di controllo di frontiera nell’Irlanda del Nord». Solo qualche mese fa, tra l’altro, alcuni operatori portuali nei porti nordirlandesi erano stati minacciati di morte dai paramilitari unionisti perché colpevoli di controllare le merci provenienti dal resto del Regno Unito.

Inoltre, sempre secondo Sefcovic, non c’è «la trasmissione alla Ue di dati statistici commerciali relativi all’Irlanda del Nord, come previsto dal protocollo»

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