Negli Stati Uniti nel mese di giugno l’indice dei prezzi al consumo è sceso dal quattro cento di maggio al tre per cento. Questo vuol dire che l’inflazione continua a rallentare.

Da quando 16 mesi fa la Federal reserve (Fed), la banca centrale americana ha attivato una politica monetaria restrittiva – basata principalmente sull’innalzamento mensile di 25 punti percentuali dei tassi di interesse –  l’economia statunitense si è raffreddata portando alla sperata decelerazione dell’inflazione. 

I dati di oggi, però, danno un’ulteriore conferma al governatore della Fed, Jerome Powell, che le politiche adottate sono state efficaci perché il dato dell’inflazione “core” – ossia quell’inflazione calcolata su un paniere di beni da cui vengono esclusi gli elementi più volatili come alimentari ed energia – è 4,8 per cento, un numero dello 0,2 per cento inferiore rispetto a quanto si aspettassero gli analisti.

Il che mostra come il rallentamento dell’inflazione stia adesso accelerando e se dovesse continuare a lungo questa tendenza, l’inflazione potrebbe anche decresce fino al 2 per cento – obiettivo della Fed – più rapidamente di quanto la banca aveva sperato.

Tra futuri rialzi e aspettative

Powell aveva sospeso l’innalzamento dei tassi per il mese di giugno ma durante un incontro tra i governatori delle banche centrali di Regno Unito, Unione europea, Giappone e Stati Uniti a Sintra (in Portogallo) aveva avvertito che sarebbero stati necessari altri due rialzi dei tassi di 25 punti percentuali ciascuno entro la fine del 2023. Probabilmente a settembre e ottobre per dare il tempo agli effetti dei rialzi dei tassi di trasmettersi all’economia reale.

Dopo i dati di oggi però gli investitori credono che non sarà necessario operare il secondo rialzo perché l’inflazione potrebbe arrivare al numero sperato anche senza quest’ultima misura. Di conseguenza secondo loro è aumentata la probabilità che i tassi verranno ridotti – una volta messa a posto l’inflazione – già nei primi mesi del 2024. In economia le aspettative sono fondamentali, sono queste che muovono il mercato e difatti i segni che il mercato ci riporta sono un aumento dei valori dei titoli azionari statunitensi e un indebolimento del dollaro.

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