Per capire la morte del pilota russo in Spagna e le sue implicazioni nella guerra segreta del Cremlino è necessario ricapitolare la sua genesi. Il 9 agosto 2023 si era conclusa con successo l’operazione Synytsia (cinciallegra) gestita dal Gur, l’intelligence militare ucraina di Kyrylo Budanov, il quale era riuscito a far disertare un pilota che aveva consegnato il suo elicottero alle forze di Kiev.

Maksim Kuzminov aveva iniziato a simpatizzare per l’Ucraina, perciò alla prima occasione si accordò per atterrare nella zona di Kharkiv e consegnarsi. Gli altri due membri dell’equipaggio hanno cercato di fermarlo e all’atterraggio sono scappati, per cui sono stati eliminati dagli ucraini.

Budanov aveva espresso l’auspicio di replicare l’operazione e causare altre diserzioni di livello. Kuzminov ha ricevuto una ricompensa di mezzo milione di dollari, ma ha preferito trasferirsi in Spagna. Così il Gur ha fatto emettere per lui un passaporto a nome di Ihor Shevchenko, tipico cognome ucraino, nato a Donetsk nel 1990. Il documento, pubblicato dal quotidiano El Periódico de Catalunya, rivela dati interessanti.

Innanzitutto, il numero seriale che ora potrebbe essere usato per identificare altri soggetti all’estero legati ai servizi ucraini, mettendoli in pericolo. Infatti, vari agenti dell’intelligence russa sono stati smascherati dai giornalisti di Bellingcat proprio confrontando i loro passaporti con la serie speciale emessa da Mosca per le sue spie.

Stessa tecnica potrebbe venire ora impiegata contro gli ucraini. Inoltre, il passaporto per Kuzminov ha data di emissione 22 settembre 2023, che avrebbe dovuto suscitare dubbi nella polizia di frontiera spagnola. Come mai un maschio in età militare può uscire dal paese durante la legge marziale? Non è confermato se il governo di Madrid sapesse della sua vera identità.

Kuzminov si era stabilito nella località di Villajoyosa, vicino ad Alicante, e nel pomeriggio del 13 febbraio è stato trovato accasciato sulla rampa del garage. Il corpo era crivellato di colpi, ma inizialmente si è pensato a un regolamento di conti tra criminali. Solo sei giorni dopo, grazie a una dichiarazione del portavoce del Gur Andriy Yusov, è emersa la verità, benché né il governo Sánchez né la Guardia Civil che indaga abbiano rilasciato dichiarazioni ufficiali sull’accaduto. Anche la stampa spagnola ha relegato la notizia ai margini.

È poi emerso, come riporta il quotidiano Abc, che la polizia locale fosse intervenuta per sedare dei litigi in cui era coinvolto il russo, che avrebbe fatto uso di droga ed escort nel periodo di permanenza nella zona residenziale a pochi passi dalla spiaggia. Secondo ricostruzioni non confermate, avrebbe anche telefonato ad alcuni familiari e alla fidanzata in Russia, probabilmente un errore che gli è costato la vita

La Spagna sapeva?

Benché l’indagine sia gestita dalla Guardia Civil di Alicante, è senza dubbio subentrato il centro spagnolo su terrorismo e crimine organizzato (Citco), e l’agenzia unica di intelligence Cni collabora con le sue fonti. Un grande interrogativo è se questi due organi fossero a conoscenza dell’identità di Kuzminov, e in tal caso perché non abbiano fatto abbastanza per proteggerlo dalle rappresaglie russe.

Secondo indiscrezioni, l’omicidio sarebbe stato eseguito da sicari della criminalità russa assoldati dall’intelligence di Mosca, i quali hanno poi bruciato l’auto impiegata nell’agguato, rinvenuta non lontano. Il direttore dell’intelligence estera russa Svr, Sergej Naryškin, ha dichiarato che il pilota era un traditore che è diventato un cadavere nel momento in cui ha messo in pratica la sua diserzione. Neanche di fronte a questa affermazione ci sono stati commenti delle autorità spagnole, che sembrano imbarazzate da un fallimento così grave per il controspionaggio.

Sicari dei servizi russi sono liberi di circolare in Europa per eseguire condanne a morte firmate al Cremlino. Che la Spagna sia pesantemente infiltrata è cosa nota, i mafiosi russi che abbondano tra la Costa Blanca e la Costa del Sol sono eterodiretti dall’Fsb, che li impiega per molte operazioni in cui può negare il proprio coinvolgimento diretto. In località come Alicante, Benidorm, Marbella, Malaga, Valencia, Lloret del Mar e la Costa Brava vivono decine di migliaia di russi, tra cui molti criminali che hanno investito nella speculazione edilizia, nel traffico di droga e in altri affari illeciti.

Basti pensare che a Benichatell, a mezz’ora di auto da dove è stato ucciso Kuzminov, il quotidiano ucraino Ukrainska Pravda ha scoperto una sfarzosa villa sul mare dell’ex moglie di Putin, Ljudmila, anche se all’ufficio del comune nessuno sa a chi sia ufficialmente intestata. Altri oligarchi continuano a godere di residenze lussuose e appartamenti non sequestrati dalle autorità spagnole, come in alcuni casi da quelle francesi e italiane. In questo contesto è stato molto facile per l’intelligence russa, una volta scoperto dove si nascondeva il disertore, organizzare il suo omicidio.

Si tratta di un fatto gravissimo che conferma la pericolosità del regime russo, disposto a spargere sangue per le strade d’Europa pur di dare la caccia agli oppositori e ai traditori. L’eliminazione di Kuzminov dimostra la facilità con cui l’intelligence di Mosca opera nei nostri paesi sotto il naso del controspionaggio, basti pensare all’evasione dai domiciliari a Milano dell’oligarca Artёm Uss.

Oltre al fatto che il messaggio mafioso di Alicante rende vano ogni sforzo ucraino di far disertare altri russi, che non si sentiranno più al sicuro neanche in Europa occidentale. Migliaia di dissidenti russi, sostenitori di Navalny o di altre fazioni, sono fuggiti dal 2022 e ora temono ripercussioni se si espongono contro la dittatura. Ci sono altri ex ufficiali russi rifugiati tra Spagna, Portogallo e altri paesi che pensano di essere i prossimi obiettivi della vendetta del regime.

La Spagna ha già dimostrato gravi falle di sicurezza in passato, non sempre per minacce di matrice russa. Ad esempio, a novembre 2023 un sicario tunisino ha sparato in faccia al politico Alejo Vidal-Quadras, che è sopravvissuto. L’indagine porta al regime iraniano, tramite un convertito sciita di Granada che ha organizzato l’attentato, perché Vidal era un sostenitore dell’opposizione agli Ayatollah.

Anche in Italia

Ma non è solo la Spagna a essere vulnerabile alle operazioni mortali di potenze ostili. I sicari russi del Gru hanno già agito in Inghilterra con l’avvelenamento di Skripal, nel 2014-2015 hanno ucciso con esplosioni di depositi di munizioni e avvelenamenti in Repubblica Ceca e Bulgaria. Nel 2019 il dissidente ceceno-georgiano Zelimkhan Khangošvili è stato freddato a Berlino dal sicario russo Vadim Krasikov.

L’Italia non ha finora subito “operazioni bagnate”, dove scorre il sangue, ma è stata oggetto di un’intensa attività di spionaggio. Tra il 2016 e oggi si contano almeno otto operazioni o circostanze note in cui i servizi di Mosca hanno interferito in Italia. Nel 2016 l’agente dell’Svr Sergej Pozdnyakov scelse Roma per comprare segreti Nato dal funzionario portoghese Frederico Carvalho Gil, ma i due furono arrestati. Pozdnyakov fu poi scarcerato e tornò in Russia perché venne negata l’estradizione a Lisbona.

Tra il 2015 e il 2018 l’agente del Gru Olga Kolobova si infiltrò con l’alias Maria Adela Kuhfeldt Rivera negli ambienti degli ufficiali Nato di Napoli prima di fuggire a Mosca a seguito del caso Skripal, che aveva smascherato i passaporti di altri agenti Gru. L’anno dopo il colonnello Alexander Koršunov, asset di Fsb e Svr, fu arrestato a Napoli su richiesta di estradizione degli Usa per l’accusa di traffico di tecnologie di General Electric Aviation, ma il governo di Conte e Bonafede decise di rimandarlo in Russia.

Nel 2020 la base Nato di Napoli tornò al centro delle cronache con l’arresto del tenente colonnello francese Marc L., reclutato da un ufficiale del Gru in Italia. L’anno successivo fu la volta del capitano di fregata Walter Biot, condannato per aver venduto segreti Nato alla spia del Gru Dmitrij Ostroukhov, espulso insieme al suo superiore Aleksej Nemudrov. A questi episodi e alla fuga di Uss si aggiungono due casi che coinvolgono la Lega.

È stato accertato che nel 2018 Gianluca Savoini incontrò all’hotel Metropol l’ufficiale dell’Fsb Andrei Kharchenko, mentre nel 2022 Salvini si fece comprare biglietti aerei per Mosca da Oleg Kostyukov, diplomatico dell’ambasciata figlio del direttore del Gru, scelta quantomeno inopportuna.

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