Arrivano gli scrocconi. È il non detto che dalla sera di venerdì 16 ottobre – data della ripresa della Ligue 1, dopo la pausa per le gare di Nations League –, circola per gli stadi quando le troupe di Telefoot varcano i cancelli e occupano le postazioni al broadcaster ufficiale del torneo. E a tecnici e telecronisti della giovane emittente tocca abbozzare e ingoiarsi figuracce e malanimi per procura. Che colpa ne hanno se il loro datore di lavoro, ossia Mediapro, non ha ancora pagato la seconda rata per l'acquisto dei diritti televisivi e chissà quando lo farà? E ancora, sarà mica responsabilità loro se, pur non avendoli pagati, il loro datore di lavoro sta già sfruttando e vendendo quei diritti?

Poker al buio

Ovvio che a loro non possa essere imputato alcunché. Però sulla linea del fronte, e del livore, vanno proprio le maestranze. Perché nel frattempo il signor Jaume Roures (amministratore delegato della società) si mantiene a debita distanza. Un po' per necessità e un po' per convinzione sta giocando una partita di poker al buio, piena di incognite per tutti i giocatori.

A partire dalla stessa Ligue de Football Professionnel (LFP), che certamente in questa vicenda è parte danneggiata ma un po' di quel danno se l'è comprato vendendo quantomeno con leggerezza il suo asset più importante.

Un concetto, quest'ultimo, che qualche giorno fa è stato espresso schiettamente da André Villas Boas, il tecnico portoghese dell'Olympique Marsiglia che durante una conferenza stampa è sbottato mettendo sullo stesso piano il malo pagatore e l'improvvido creditore: «È assolutamente sconcertante, mai visto nulla del genere. Quel tizio lì [Roures] a inizio stagione parla come se fosse il salvatore del calcio francese... E adesso non ha i soldi per pagare una cosa regolata da un contratto».

«È assurdo. Sono rimasto sorpreso di vedere che la Lega non si sia tutelata con delle garanzie bancarie. Non so cosa ci sia intorno a questo contratto, ma è sorprendente. Fai un affare per il calcio francese ma metti i club nelle condizioni della bancarotta. Non so come andrà a finire, speriamo che la Lega e i club trovino la soluzione migliore».

André Villas Boas (AP)

Casa a Beverly Hills

Quindi Villas Boas ha dedicato la stoccata finale a Roures: «Anch'io sogno di comprare una casa da 20 milioni a Beverly Hills. Ma non me la posso permettere. Dunque non vado a fare una proposta d'acquisto. È la stessa cosa. Se non hai i soldi non fai una proposta per comprare i diritti tv! È uno scandalo».

Verrebbe da dire che con Villas Boas ai vertici della LFP le cose sarebbero andate diversamente. Del resto lui conosce bene il valore da dare ai beni e alle prestazioni. Per dire, nell'estate del 2011 il Chelsea pagò per lui al Porto una clausola rescissoria da 15 milioni di euro pur di affidargli la panchina. Ma dato che il management della LFP è questo, bisogna gestire i danni prodotti da una situazione che non offre margini di manovra.

(AP)

Un vicolo cieco

Perché se anche si andasse alle brutte, quale sarebbe la via d'uscita? Espellere Mediapro dagli stadi almeno fino a che non si sarà messa in regola con rate e penali? Legittima ipotesi di scuola, che però se realizzata farebbe sprofondare il calcio professionistico francese indietro di un quarto di secolo, piena epoca pre-pay tv. Dunque inapplicabile.

Una via alternativa sarebbe quella di fare rientrare in gioco i vecchi broadcaster tagliati fuori dall'esagerata offerta di mister Roures, cioè Canal+ e i qatarioti di BeIN. Ma si tratterebbe di una situazione complicatissima, anche perché la rottura del contratto con Mediapro comporterebbe comunque degli strascichi né l'eventuale accordo con Canal+ e BeIN verrebbe realizzato in tempi rapidi.

Inoltre, i due attori televisivi sconfitti con malanimo dalla folle asta che nel 2018 ha assegnato i diritti audiovisivi per il periodo 2020-24 si accomoderebbero al tavolo della trattativa con un'ovvia volontà di rivincita, nonché predisposti a trattare soltanto alle loro condizioni. Come dire: «Avevate creduto di fare a meno di noi e adesso venite a cercarci col cappello in mano». Da qualunque parte la si giri, la posizione della LFP è fragilissima.

Mediazione respinta

Sicché non resta che gestire una paradossale condizione di conflitto e cooperazione con Mediapro. Con le due parti che con una mano si tirano ceffoni e con l'altra provano a riscrivere le regole della coesistenza.

La proposta di mediazione da farsi attraverso il Tribunale Commerciale di Nanterre (notizia anticipata nei giorni dal settimanale satirico Le Canard Enchaîné) è stata respinta dalla LFP, che anzi ha proceduto alla messa in mora di Mediapro e ritiene di poter far valere la garanzia offerta da Orient Hontai Capital, il socio maggioritario cinese della società spagnola.

La vicenda è seguita con preoccupazione dall'Eliseo, col presidente Emmanuel Macron che vorrebbe evitare d'intervenire finché possibile.

Jacques-Henri Eyraud (AP)

La crisi più grave

E a suggellare la gravità della situazione giungono le parole di Jacques-Henri Eyraud, presidente dell'Olympique Marsiglia: «Il calcio francese sta attraversando la crisi più grave della propria storia». Credevano di essere sul punto di diventare ricchissimi e invece si ritrovano in mutande sul ciglio del burrone. Con Telefoot che riprende lo spettacolo di questo suicide movie e, come si dice a Firenze, “fa a chiodo”. Un altro pizzino della spesa aggiunto ai debiti da saldare, come dal pizzicagnolo, a una parete della bottega.

Tranquilli che prima o poi si paga ma intanto altri due etti di mortadella, please.

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