L’odissea della liberazione della nave mercantile Ever Given si appresta alla sua conclusione. Dopo quasi una settimana con la vicenda che ha dominato le pagine dei quotidiani nazionali e internazionali, il salvataggio del cargo mastodontico è quasi completato. A dare l’annuncio è stato l’ammiraglio Osama Rabie a capo dell’autorità che gestisce il canale. La Ever Given è stata «riorientata per l'80 per cento nella giusta direzione e la poppa è stata sposta a 102 metri dalla riva» ha detto in un comunicato.

Sul caso è intervenuto anche il presidente egiziano Abd al Fattah al Sisi che rivendica il salvataggio della nave come un’operazione interamente egiziana, nascondendo l’intervento di team stranieri arrivati in Egitto nei giorni scorsi. Nei suoi tweet al Sisi ha anche rivendicato l’orgoglio egiziano nel far ripartire il commercio mondiale.

In un video pubblicato su Twitter si vede l’entusiasmo degli operatori egiziani che ringraziano Dio per la buona riuscita dell’operazione condotta con circa una dozzina di rimorchiatori e draghe.

Sono circa 370 le navi in attesa di passare il canale artificiale inaugurato più di 150 anni fa. Per smistare il traffico ci vorranno parecchie ore, se non giorni. A seconda del carico della nave ci sono alcune distanze da rispettare. Più è pericoloso il contenuto trasportato, per esempio materiale incendiario o scorie nucleari, più è la distanza che deve intercorrere tra una nave e l’altra nel passaggio. Inoltre si somma anche il limite di velocità di 7-9 nodi (circa 13-16 chilometri per ora), imposto per evitare danni alle banchine del canale lungo 190 chilometri.

I prossimi giorni

Ora che la “liberazione” della Ever Given è a un passo, ci si interroga sulle motivazioni che abbiano causato il blocco della nave. L’ammiraglio Osama Rabie ha detto in conferenza stampa che potrebbe essere stato un errore umano a causare l’incidente oppure un errore tecnico. Infatti, nel 2019 le autorità marittime statunitensi hanno pubblicato un report mettendo in guardia i capitani delle varie navi riguardo a importanti interferenze nei sistemi gps delle imbarcazioni, che avvengono anche nel canale di Suez. «Molteplici casi di significative interferenze gps sono stati segnalati da navi che operano nel Mediterraneo orientale e centrale» si legge nel report. «Nel Mediterraneo orientale, questi rapporti sono stati concentrati vicino a Port Said, in Egitto, nel canale di Suez, e nelle vicinanze della Repubblica di Cipro» scrivono le autorità marittime americane. Oltre ai gps, «anche le apparecchiature di comunicazione satellitare possono essere colpite».

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