Lodovica Rogati, la donna perquisita dalla polizia lo scorso gennaio dopo la denuncia di Matteo Richetti (e che il senatore identifica come colei che ha denunciato a Fanpage in forma anonima presunte molestie sessuali da lui compiute), è al centro dello scandalo politico della settimana che precede le elezioni.

Dopo l’articolo di Domani che ha dato conto della perquisizione alla donna (indagata, sarà archiviata), del fatto che secondo la polizia è stata lei l’unico soggetto controllato dopo la denuncia del leader di Azione (la donna a volto coperto nel video fa riferimento proprio a una perquisizione), e di una serie di precedenti giudiziari per calunnia e stalking della stessa Rogati, ieri sera ha scritto un comunicato. In cui non nega di aver parlato con Fanpage come sospettano Richetti e i suoi legali, ma sostiene di «non aver mai depositato denuncia-querela nei confronti del senatore», fatto mai scritto da Domani. «Peraltro su questa vicenda dichiaro di essere totalmente estranea ad ogni fatto che sia stato del tutto impropriamente – quanto in modo non veritiero – riferito alla mia persona».

Reazioni

Anche Fanpage ha attaccato duramente questo giornale, non smentendo nulla della ricostruzione dei fatti (anzi avvalorandola in gran parte), spiegando che non violeranno l’anonimato della loro fonte. Mentre Richetti ha dichiarato che «gli articoli di Fanpage hanno omesso qualsiasi riferimento ai precedenti penali per stalking e diffamazione avviati da altre persone nei confronti della mia accusatrice, uno dei quali sfociato in una condanna a quattro anni». E ha aggiunto che non solo i messaggi «falsamente attribuiti a me» siano stati considerati autentici dal sito, ma che lo stesso avrebbe condotto «un operazione politica, ordita per danneggiare me come candidato e soprattutto la lista Azione di Carlo Calenda a pochi giorni dal voto».

Le accuse gravi che spesso i politici fanno contro la stampa andrebbero dimostrate in fretta. Come quelle di Fanpage al «senatore molestatore» indicato come colpevole di violenza, ma subito riconosciuto in rete dove ha iniziato subito a circolare il nome di Richetti.

Adesso l’unico modo per provare a capire chi tra il politico e la donna sentita da Fanpage dica la verità è quella di verificare attraverso una perizia tecnica i messaggi sui device, considerati dalla testata online la prova regina della colpevolezza del politico.

I danni

Come già specificato, i precedenti giudiziari di qualsiasi presunta vittima, come la condanna in primo grado di Rogati che ora si dice del tutto estranea nonostante sia stata indagata per mesi su denuncia di Richetti, non impediscono che una ex calunniatrice sia stata davvero abusata.

Contemporaneamente, non può essere ignorato che il processo più pesante che ha coinvolto la modella è finito in prescrizione che non vuol dire assoluzione, e che la ragazza ha dovuto versare 50mila euro al suo ex fidanzato e a un amico che si erano costituiti parte civile perché accusati falsamente di averla stuprata e di essere trafficanti internazionali di droga.

Passione politica

LaPresse

L’accertamento della verità, dunque, sarà faccenda dei magistrati. Nel frattempo, Domani ha scoperto come l’attrice - come dice curiosamente anche la donna intervistata da Fanpage - abbia da sempre una passione per la politica. Tendenza Forza Italia. Non solo. È vero che la Rogati negli scorsi mesi non ha mai denunciato il senatore alla procura, ma sappiamo che ha preferito incontrare e contattare autori e giornalisti delle trasmissioni di punta di Rai e Mediaset Report e Le Iene. Entrambe le redazioni, come vedremo, non hanno dato seguito alla denuncia contro Richetti.

Inoltre alcuni deputati di partiti non certo vicini ad Azione hanno spiegato a Domani che hanno avuto rapporti recenti con la Rogati. Il forzista Giorgio Mulè – che qualcuno ipotizza a torto di averla portata a Mediaset – per esempio spiega di averla incontrata di recente per l’associazione contro la violenza sulle donne “Io non ci sto”. «È vero, la conosco, devo averla vista una volta al ristorante tipo a giugno-luglio. Ma non mi ha parlato di Richetti. Ci siamo visti perché lei era andata in Ucraina con una sua associazione a dare una mano ai rifugiati, e mi aveva contattato in quanto sottosegretario alla Difesa».

Chiediamo all’esponente di Forza Italia se Rogati abbia parlato di politica. «Guardi, un amico comune mi chiese se la potevamo incontrare. Non solo per l’Ucraina. Mi raccontò della sua associazione contro la violenza delle donne, se potevo dare un sostegno politico e far conoscere il progetto in giro, memore del fatto che il papà era stato candidato da noi in passato. Le ho detto brevemente che c’erano le elezioni, e che ne avremmo riparlato con calma. Fui forse poco carino e non mi scrisse mai più. Mi diceva che aveva degli ottimi rapporti internazionali, e che poteva dare lustro a chi sposava la sua causa. Aveva detto che conosceva bene Fedele Confalonieri. Ma io non verificai. Le Iene? Non l’ho portata io da loro».

Anche un altro parlamentare, che per ora preferisce rimanere anonimo, ma in caso di smentita è pronto a metterci la faccia, ammette di aver avuto alcuni colloqui recenti con Rogati. Proprio su presunte molestie contro di lei di Richetti. La donna si presentò anche a lui come amica di Confalonieri, «poi mi parlò diffusamente delle molestie avute dal senatore. Ho trovato il suo racconto sconnesso. Quando ho letto il pezzo di Fanpage qualche giorno fa ho pensato fosse Lodovica». A detta del politico, la donna gli disse che un’eventuale pubblicazione delle sue denunce contro Richetti «avrebbero creato problemi ad Azione». E riferisce che Rogati «mi ha chiesto esplicitamente di spargere la voce che l’accusato fosse Richetti».

Lei, tramite il comunicato, sembra smentire seccamente ogni coinvolgimento. Ma alcuni documenti verificati da Domani confermano in effetti che la Rogati fosse davvero interessata – una volta uscita l’inchiesta di Fanpage – non solo che Richetti pagasse le sue colpe davanti all’opinione pubblica («la deve pagare»; «lo devono far ritirare dalla corsa elettorale»; «so che è il primo di altri, proseguirà in tv anche dopo le elezioni»; «ma non sono stata io, una delle altre», dice la donna), ma pure agli effetti politici negativi su Azione, Carlo Calenda e l’alleato Matteo Renzi.

Per le redazioni

L’interesse per la politica dell’attrice forse è legato al fatto che sia la figlia di Elio Rogati, giornalista e scrittore che nel 1994 è stato candidato da Forza Italia alle elezioni europee. Benestante, difensori di grido come lo studio Coppi, la quarantaduenne ha avuto qualche mese fa anche un incontro con la redazione delle Iene di Mediaset. «Qualche tempo fa si è presentata come un’amica di Confalonieri - ci spiega uno degli autori - Non abbiamo nemmeno valutato il suo materiale su Richetti, in questi casi siamo molto esigenti. Ci ha fatto vedere alcuni messaggini, ma non tutta la presunta conversazione avuta con il senatore. Quindi abbiamo desistito».

Una storia simile è stata proposta anche a Report. A Domani risulta che – quando la notizia di una lettera anonima per presunte molestie contro il conduttore Sigfrido Ranucci era già circolata sulla stampa – una donna ha chiesto più volte di parlare con il conduttore. La persona si presentava però di volta in volta con identità diverse. Le telefonate proponevano uno scambio: se Report avesse pubblicato del materiale scottante su Richetti, lei avrebbero dato a Ranucci la prova che dietro gli attacchi contro di lui c’era una macchinazione ordinata da un presunto superpoliziotto che voleva incastrarlo con chat fasulle.

Dopo le conversazioni, la donna ha scritto una mail, ipotizzando ancora di far fare un’inchiesta televisiva sulle possibili violenze sessuali del numero due di Azione. La redazione della testata però non si fida, e se ne libera consigliandole di andare a denunciare le molestie in procura.

Possibile che la donna sia sempre Rogati? Impossibile dirlo con certezza, ma una fonte interna alla Rai spiega che lo stesso numero di cellulare usato da una delle identità che ha chiamato Report aveva già chiamato nel 2019, contattando un loro giornalista per denunciare un caso di malasanità: «Era della Rogati».  

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