Alla World Trade Organization il numero e il peso dei paesi che sostengono la sospensione dei brevetti sui vaccini è ormai così ampio che pure gli ostinati contrari hanno dovuto cedere. Il presidente del consiglio Trips della Wto, riunitosi per discutere del tema negli scorsi due giorni, ha preso atto del passo in avanti: «Anche se persistono punti di vista divergenti – ha detto Dagfinn Sorli – non ho sentito nessun paese obiettare al fatto che la discussione deve passare a un livello più avanzato». Significa che adesso non ci si limita a scambiare punti di vista. Ora si negozia su un testo. Anzi, su due. Ed è questa la trappola preparata dall’Unione europea, che da quando a ottobre 2020 India e Sudafrica hanno chiesto di sospendere alcune tutele su proprietà intellettuale e segreti industriali, ha sempre difeso la posizione di Big Pharma. Ora che tutti, compresi Stati Uniti e Cina, sono disposti a negoziare sulla proposta rivista di India e Sudafrica, anche Bruxelles ieri si è arresa all’isolamento internazionale. Si entra nel vivo dei negoziati. Ma la Commissione europea ha in serbo una strategia per boicottarli. Nel frattempo all’europarlamento passa – per un voto – un emendamento che chiede all’Ue di negoziare per la deroga, e la risoluzione complessiva viene approvata con ampio margine.

Il sabotaggio dell’Ue

L’Ue è arrivata al consiglio Trips ormai isolata. I paesi a basso reddito, dove solo lo 0,1 per cento ha ricevuto le due dosi di vaccino, sono arrivati a Ginevra invece galvanizzati. Con Pechino e Washington pronte a valutare il “Trips waiver”, la deroga, il sud globale si è preso la sua rivincita. Su 48 delegazioni, ben 30 hanno voluto prendere la parola, ieri pomeriggio. «Qualcosa di inedito, di solito succede solo alle ministeriali» dice Monica Di Sisto di Fairwatch, che da decenni monitora quel che succede alla Wto. Il vero game changer è stata l’apertura di Washington. «Prima di Biden eravamo abituati a vedere gli Stati Uniti piantare gli stivali sul tavolo e bloccare i negoziati. Nel 1999 ho visto saltare Seattle per le loro forzature sul dossier agricolo. Adesso sta succedendo il contrario: la Casa Bianca, sbloccando il waiver, ha riorientato il suo approccio alla Wto: costruisce alleanze». È Bruxelles ora a piantare “gli stivali sul tavolo”. In che modo? Non potendo più frenare i negoziati sulla proposta India-Sudafrica, alla quale si oppone ormai in compagnia solo di Regno Unito, Svizzera e Corea, l’Ue impone però di negoziare anche sulla sua proposta. Presentata il 4 giugno, difende la proprietà intellettuale, chiede meno ostacoli all’export e partnership volontarie con le aziende; contempla le licenze obbligatorie, che sono già possibili oggi e che portano i singoli paesi a confrontarsi con Big Pharma.

Gli scenari e il piano Biden

I negoziati entrano nel vivo il 17 giugno, Dagfinn Sorli deve presentare lo stato dell’arte davanti al consiglio generale del 21 e 22 luglio. La proposta Ue è un intralcio alla messa a segno della deroga, tantopiù che ora Bruxelles dice che vuole «dettagliarla». Gli scenari possibili sono almeno tre. Il sud globale, visto il sostegno massiccio alla proposta di deroga, può ottenerla, magari circostanziandone meglio ambiti e durata. Ma può anche succedere, considerando che la Wto si muove per consenso unanime, che l’Ue riesca effettivamente ad affossare il waiver, tra veti e dilazioni. Il terzo scenario, plausibile, è che si arrivi a una mediazione. Quanto sarà ambiziosa dipende molto dalla tenuta di Washington. E a giudicare dalle parole espresse nelle ultime ore, pare che gli Stati Uniti non siano impermeabili alla posizione europea. Al consiglio Trips, gli Stati Uniti hanno detto che l’attuale versione della proposta di India e Sudafrica «non è cambiata a sufficienza», hanno invitato al «compromesso» e sperano che «altre proposte e idee arrivino sul tavolo». Dicono pure che bisogna «focalizzarsi sui punti che possono avere un consenso generale più rapido» e ringraziano l’Ue per la sua proposta. Joe Biden ieri si è imbarcato su un aereo diretto verso l’Europa e ha detto: «Annuncerò un piano per le vaccinazioni globali». È anche una traccia per un compromesso.

Per un voto

Ieri gli eurodeputati hanno votato su una risoluzione congiunta che – per spinta di popolari, conservatori e liberali – è arrivata in aula senza riferimenti alla deroga. Sinistra, Verdi e socialdemocratici hanno provato a reintrodurla tramite una pioggia di emendamenti, che hanno sostenuto reciprocamente. Per un solo voto, è stato approvato l’emendamento 9 dei Verdi, che chiede un sostegno attivo ai negoziati per una deroga Trips (cioè il waiver). Così come c’era chi anche in altri gruppi era pronto a sostenere un emendamento socialdemocratico, quello verde passato per un voto ha incassato l’appoggio di alcuni battitori liberi, tra cui i polacchi di Pis. Una volta approvato l’emendamento green, è integrato nella risoluzione congiunta. Dalla quale a questo punto i popolari si sono in gran parte. Stamattina abbiamo saputo gli esiti del voto, la risoluzione nel suo complesso – emendamento per la deroga ai brevetti incluso – è stata approvata con ampio margine. Non è vincolante per la Commissione, ma è un chiaro segnale.

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