- La foga sanzionatoria verso tutto ciò che è russo ci sta rendendo incapaci di fare distinzioni che fino a qualche giorno fa sembravano elementari. Ad esempio quella fra popolo e governo. Perse queste distinzioni, vale un po’ tutto, anche annullare (e poi riabilitare) le lezioni di Paolo Nori su Dostoevskij.
- L’impeto ha colpito fotografi a cui hanno cancellato le mostre, musicisti licenziati o tenuti lontano dai palchi, il padiglione russo della Biennale che rimarrà chiuso e altre sanzioni morali che fanno male agli studenti, agli amanti delle arti, alle coscienze, alla libertà e a tutto quello che un tempo si chiamava occidente, ma non a Putin.
- Il presidente russo evidentemente sta invadendo anche la ragione, offuscando negli avversari proprio quei criteri che fanno dire che lui è un autocrate barbaro e senza scrupoli, ma non per questo lo sono anche il popolo russo o i suoi artisti e scrittori.
Vladimir Putin è felice di vederci diventare un po’ come lui. Autoritari, paranoici, allergici al dissenso, impermeabili ai pensieri complessi, incapaci di fare distinzioni che fino a qualche giorno fa sembravano elementari. Ad esempio quella fra arte e politica, oppure fra popolo e governo, dove il primo non è mai del tutto responsabile delle azioni del secondo, specialmente quando il governo impone la sua legittimità con la repressione violenta e altri metodi coercitivi. Capita talvolta c



