Investimenti infrastrutturali, assistenza economica, aumento delle importazioni. L’attivismo di Pechino si sta concentrando in particolare sul Sudest asiatico. Risen Energy investirà dieci miliardi di dollari per la produzione di pannelli solari in Malesia; per la fine dell’anno è attesa l’inaugurazione della prima linea ferroviaria moderna del Laos (Vientiane-Boten), ed è in costruzione un’autostrada (440 chilometri) che collegherà il paese alla Cina; in Vietnam Pechino ha avviato 61 investimenti nei primi quattro mesi del 2021; la provincia dello Hubei sta rafforzando i legami nel settore agricolo e turistico con tre province cambogiane al centro della nuova via della Seta; durante il vertice tra l’Associazione delle nazioni del Sudest asiatico (Asean) e la Cina del 7 luglio scorso, il ministro degli esteri di Pechino, Wang Yi, ha ribadito la promessa di aumentare gli investimenti in e l’importazione di prodotti dall’Indonesia.

Perché è importante

  • Attraverso la promozione dello sviluppo economico la Cina punta a rafforzare la sua influenza (rispetto a quella degli Stati uniti) sui membri dell’Asean, preoccupati dal rafforzamento delle sue forze armate nel Mar cinese meridionale, nel quale Pechino ha contenziosi territoriali con diversi vicini asiatici.

Il contesto

  • Per effetto delle chiusure della pandemia, nel 2020 l’Asean ha superato l’Unione europea diventando il primo partner commerciale della Cina. Ora però Pechino si prepara alla risposta Usa nei confronti dell’Asean. Durante l’ultimo vertice in Cornovaglia, i paesi del G7 si sono accordati per lanciare il Build Back Better World, un ambizioso progetto infrastrutturale globale che mira a contrastare la Belt and Road Initiative, la nuova via della Seta lanciata nel 2013 da Xi Jinping. Grazie a investimenti pubblico-privati i membri del G7 contano di poter riempire, entro il 2035, un gap infrastrutturale stimato in circa 40mila miliardi di dollari.

Da una startup di Hong Kong le batterie auto del futuro

La startup hongkonghese GRST promette di rivoluzionare la produzione di batterie a ioni di litio per autoveicoli. La tecnologia WATMAR³ sviluppata da GRST utilizza l’acqua per ridurre le emissioni di gas serra del 40 per cento nella fase della produzione e dell’80 per cento in quella del riciclaggio. La startup (nella quale hanno investito la finlandese fortum e Harry Lee di TAL) ha stretto una joint-venture (65 per cento-35 per cento) con il colosso dei semiconduttori Realtek per la costruzione di un impianto – nella contea di Jiashan, nella provincia cinese dello Zhejiang – dove fabbricherà e riciclerà le sue batterie. Dalla combinazione tra i sistemi di gestione energetica di Realtek e della manifattura sostenibile GRST nasceranno batterie più efficienti, pulite ed economiche.

Perché è importante

  • Le auto elettriche sono al momento tutt’altro che ecosostenibili. L’estrazione delle sostanze necessarie per fabbricare le batterie (tra i quali il litio è la principale), la produzione e lo smaltimento delle stesse sono processi inquinanti. GRST sta trattando con le case automobilistiche europee e Usa, e secondo il suo co-presidente, Alex Yeung Sau-hung, anche la Cina dovrà varare misure per un riciclaggio sostenibile delle batterie.

Il contesto

  • L’Unione europea ha proposto che, entro il 2030, le batterie abbiano una quantità minima di litio riciclabile del 4 per cento, che dovrebbe salire al 10 per cento entro il 2035; del 12 per cento per quanto riguarda il cobalto nel 2030, e del 20 per cento nel 2035. Secondo uno studio pubblicato da Fitch Solutions, il consumo globale di litio riconducibile al settore delle auto elettriche (trainato dalla domanda cinese) potrà crescere fino a sette volte il livello attuale entro la fine di questo decennio. Entro il 2030, quella da parte del settore automotive di questo metallo strategico ammonterà all’80 per cento della domanda complessiva.

Yuan

di Lorenzo Riccardi
Investire nel Guangdong

Il futuro della Cina passa per ognuna delle sue 34 unità amministrative, tra le quali spicca la provincia con la popolazione più numerosa e il Pil maggiore: il Guangdong, noto per essere la principale area economica del Sud del paese, per il commercio, la produzione di elettronica e tessile e per l’innovazione tecnologica. L’aeroporto del capoluogo provinciale Guangzhou (Canton) è diventato nel 2020 il terminal con il maggior traffico al mondo.

Con una popolazione di 115 milioni di abitanti e una superficie di 177.900 km², il Guangdong è l’area del paese che attrae la maggior quantità di investimenti esteri. In particolare, la cintura economica del delta del Fiume delle perle è una regione strategica per i flussi commerciali con il Sudest asiatico e vale il 13 per cento del Pil nazionale.

Nel complesso, gli investimenti esteri si concentrano principalmente lungo la costa orientale del paese e a Pechino. In termini di Pil, il Guangdong è al primo posto in Cina, con 1.706 miliardi di dollari nel 2020 e 1.547 miliardi di dollari nel 2019, con un Pil pro capite di 13.425 dollari. La crescita è stata del +6,2 per cento nel 2019 e del +2,3 per cento nel 2020.

Nel 2015 è stata inaugurata la zona di libero scambio Quianhai-Shekou (a Shenzhen), per promuovere le riforme economiche e facilitare l'apertura agli investimenti esteri. Ha il ruolo di dare una spinta allo sviluppo economico e finanziario dell’area.

Sul Guangdong è incentrata anche la Greater Bay Area, che comprende nove città della provincia (Guangzhou, Shenzhen, Zhuhai, Foshan, Dongguan, Zhongshan, Jiangmen, Huizhou e Zhaoqing) e due regioni amministrative speciali (Hong Kong e Macao). Le aziende registrate in questa regione beneficiano di aliquote e politiche fiscali agevolate, con procedure valutarie e amministrative più rapide.



Kissinger: «Riprendiamo a dialogare per evitare la catastrofe»

In occasione del cinquantenario del suo viaggio segreto a Pechino (9-11 luglio 1971) come inviato del presidente Usa Nixon, l’ex segretario di stato Henry Kissinger ha rivolto un appello per «un dialogo serio sulle principali questioni» che dividono la Repubblica popolare cinese e gli Stati uniti. «Cinquant’anni dopo – ha detto Kissinger – l’importanza della cooperazione non è diminuita. Dobbiamo partire dalla premessa che una guerra tra i nostri due paesi sarebbe un’incredibile catastrofe».

25/01/2018 Washington, l'ex segretario di stato americano Henry Kissinger durante un' udienza al Comitato dei servizi armati degli Stati Uniti

Perché è importante

  • Il novantaquattrenne Kissinger ha visitato la Cina un centinaio di volte, confrontandosi con tutti i leader del Partito comunista, da Mao a Xi Jinping. Grazie alla sua mediazione, nel 1979 Washington riconobbe la Rpc. Kissinger parla della possibilità di una guerra Cina-Usa come sbocco della competizione strategica tra i due paesi su tecnologia, commercio internazionale e influenza globale, sostenendo il ritorno a una politica di engagement nei confronti di Pechino in un momento in cui negli Usa si registra un consenso bipartisan per un containment della Cina.

Il contesto

  • Le relazioni diplomatiche tra Pechino e Washington sono ai minimi termini. Il primo “dialogo strategico”, in Alaska, tra ministri di Biden e di Xi si è trasformato in uno scontro drammatico immortalato dalle telecamere. Non c’è alcuna conferma sulla possibilità di un faccia a faccia Xi-Biden a margine del prossimo vertice G20 di Roma (30-31 ottobre). Secondo uno studio di Pew Research Center, nelle economie avanzate l’arrivo di Joe Biden ha accresciuto la distanza tra la percezione (positiva) degli Usa e quella (negativa) della Cina. Negli Stati Uniti soffia un forte vento anti-cinese, le aggressioni contro americani di origine asiatica sono aumentate del 164 per cento nel primo trimestre 2021.

​Questa settimana vi segnaliamo una serie di approfondimenti da non perdere:

- ​Montenegro reaches deal with Western banks to restructure Chinese debt

​- China’s dominance in global coal loans is overstated, study finds

​- When will China rule the world? Maybe never

Weilai vi invita a seguire il futuro della Cina su Domani e vi dà appuntamento alla prossima newsletter.

A presto!

Michelangelo Cocco @classcharacters

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