Mondo

Cina, con la campagna contro i corrotti Xi Jinping riprende il controllo dello stato

FILE - A Chinese honor guard member walks past a poster of Chinese leader Xi Jinping near the entrance to the Forbidden City in Beijing, Sept. 18, 2021. President Xi has been absent from the Group of 20 summit in Rome and global climate talks in Scotland, drawing criticism from U.S. President Joe Biden and questions about China’s commitment to reducing greenhouse gas emissions. (AP Photo/Mark Schiefelbein, File)
FILE - A Chinese honor guard member walks past a poster of Chinese leader Xi Jinping near the entrance to the Forbidden City in Beijing, Sept. 18, 2021. President Xi has been absent from the Group of 20 summit in Rome and global climate talks in Scotland, drawing criticism from U.S. President Joe Biden and questions about China’s commitment to reducing greenhouse gas emissions. (AP Photo/Mark Schiefelbein, File)
  • Negli ultimi dieci anni, più di 900.000 membri (circa l’1 per cento dei 95 milioni di iscritti) sono stati cacciati dal Partito comunista nell’ambito della campagna contro piccoli e grandi corrotti lanciata da Xi Jinping nel 2013.
  • In passato, ai cicli di repressione seguivano quelli di liberalizzazione, finché le mazzette ricominciavano a circolare spudoratamente e le manette riprendevano a tintinnare.
  • Xi invece ha reso l’anticorruzione «permanente» con epurazioni e arresti di massa che sembrano aver rafforzato la legittimità del partito. E dopo i politici adesso toccherà agli imprenditori.

Per continuare a leggere questo articolo