Hamas ha annunciato oggi di aver liberato due ostaggi, madre e figlia, con anche la cittadinanza statunitense, con la mediazione del Qatar. Israele ha confermato il rilascio, come riporta Haaretz. La liberazione è avvenuta, secondo un comunicato di Hamas, «per provare agli statunitensi e al mondo che le affermazioni fatte da Biden e dalla sua amministrazione fascista sono false e prive di basi». 

Molta dell’attenzione della giornata è stata rivolta al valico di Rafah, dove i camion che devono trasportare gli aiuti umanitari dentro Gaza sono fermi in attesa di poter passare. Per il New York Times, i funzionari egiziani, israeliani, statunitensi e quelli delle Nazioni unite stanno cercando di chiarire gli ultimi punti, tra cui a chi spetterà ispezionare i rifornimenti per assicurarsi che non ci siano nascoste delle armi. Il valico sarebbe dovuto essere aperto già oggi, ma ora il presidente Joe Biden fa sapere che sarà transitabile nelle prossime 24-48 ore.

Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, si è recato sul posto. Anche molti egiziani si sono raccolti davanti al varco, in segno di supporto alla popolazione palestinese, mentre diverse manifestazioni si sono tenute in alcune città dell’Egitto, eccezionalmente permesse dal governo, e anche al Cairo, dove la folla si è scontrata con la polizia.

L’attacco a San Porfirio

Nella notte un bombardamento israeliano ha colpito la chiesa più antica di Gaza, quella greca ortodossa di San Porfirio. Le forze di difesa israeliane, l’Idf, hanno riconosciuto che «un muro della chiesa nella zona è stato danneggiato» durante un’azione dei loro jet diretta a un centro di comando di Hamas nei paraggi, come hanno spiegato in un comunicato a Cnn. Il ministero degli Interni di Hamas ha detto che ci sono stati numerosi morti e feriti, ma non sono arrivate conferme. Per la Caritas internazionale, ci sono almeno 17 vittime, mentre la Caritas di Gerusalemme ha detto che una loro operatrice, Viola, è rimasta uccisa insieme al bambino e al marito.

La chiesa ospitava diversi sfollati: il direttore generale dell’ospedale Shifa Mohammed Abu Selmia ha parlato di dozzine di feriti, ma non è stato in grado di fornire un numero delle vittime, ancora sotto le macerie. «Chiediamo a sua santità il papa e ai capi della chiesa nel mondo di alzare la voce» ha detto il l’arcivescovo greco ortodosso di Gerusalemme, Atallah Hanna, in un comunicato scritto riportato da Cnn.

Il portavoce dell’esercito Daniel Hagari ha intanto annunciato che «Le nostre forze armate continuano a prepararsi per la prossima fase della guerra», riferendosi al “Timrun” (manovra). Ha detto che Israele ha colpito più di 100 obiettivi di Hamas. Il comandante della logistica dell’esercito, il generale maggiore Mishel Yanko, ha detto che le forze di difesa israeliane sono «più pronte che mai» per l’invasione imminente di Gaza. Lo riporta il Jerusalem Post.

L’Italia

Domani si terrà al Cairo un vertice per la pace in Medio Oriente: anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni sarà presente. Si aspettano, stando a un elenco condiviso da Reuters, anche i capi di governo di Spagna, Grecia e Cipro, e i ministri degli Esteri di Germania, Francia e Regno Unito. Sono per il momento previsti, tra gli altri, anche il presidente palestinese Abu Mazen, il re di Giordania Abdallah II Ibn Al Hussein, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel e l’Alto commissario dell’Unione europea per gli Affari esteri Josep Borrell.

All’ingresso di via Catalana, nell’ex ghetto ebraico di Roma, è stata intanto allestita una tavola con 203 posti vuoti, in omaggio agli ostaggi. L’esercito israeliano ha annunciato che la maggior parte degli ostaggi rapiti il 7 ottobre è ancora in vita: più di 20 sarebbero minorenni, mentre altri 10 o 20 sarebbero ultrasessantenni.

Una grande tavolata è stata allestita nel quartiere ebraico di Roma. Lo spazio ospita ben 203 posti, quanto il numero degli ostaggi israeliani catturati da Hamas. "Al tavolo dello Shabbat le famiglie ebraiche si riuniscono per celebrare l'inclusione, l'amore e la tenerezza del calore familiare. Questo tavolo ci serve per ricordare che circa 200 persone sono ostaggio nell'inferno dei bunker di Gaza, ci sono anche dei bambini. Il nostro augurio è che questo tavolo possa essere riempito dalle persone imprigionate e che torni la serenità per tutti. Speriamo nella strada con il minor numero di vittime, gli stessi palestinesi sono ostaggio di questa violenza e di questi miliziani. Dobbiamo tendere una mano per una soluzione adeguata per tutti e che si possa superare tutto questo al più presto" queste le parole del presidente della comunità ebraica di Roma Victor Fadlun.

Gli arresti

Le autorità israeliane hanno confermato l’arresto di Hassan Yousef, portavoce di Hamas, durante i raid in Cisgiordania. L’agenzia di intelligence Shin Bet ha detto a Cnn che è stato arrestato perché «sospettato di agire per conto di Hamas»: Yousef in Cisgiordania fa parte del Consiglio legislativo palestinese. Yousef è stato arrestato numerose volte: secondo diversi media, ha passato in totale 24 anni nelle prigioni israeliane.

Sono state arrestate altre 14 persone, sempre in Cisgiordania. Nel campo profughi di Nur Shams ci sono stati degli scontri con l’esercito: per il ministero della Salute dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) sono rimaste uccise 13 persone.

Israele aveva anche ordinato l’evacuazione di più di 20mila abitanti di Kiryat Shmona, una città al confine con il Libano. L’Idf ha poi specificato che l’evacuazione non è obbligatoria.

Sul fronte libanese, sono stati sparati almeno 30 razzi verso il nord di Israele, secondo quanto riferito da Hagari, senza che ci fossero delle vittime; l’esercito ha risposto con il fuoco di artiglieria, uccidendo, come scrive il quotidiano israeliano Haaretz «un’unità di terroristi che sparavano bombe a mortaio».

L’allarme Onu

L’agenzia Onu per i rifugiati ha detto alla Bbc che Gaza è diventata «un inferno». Juliette Touma, che ha parlato con l’emittente per conto dell’agenzia, ha detto che «il tempo sta finendo». Dall’inizio del conflitto, sono più di 4mila le persone uccise nella Striscia di Gaza, tra cui più di 1.000 bambini, secondo un portavoce del ministero palestinese della Sanità a Gaza. Sono 16 invece gli operatori umanitari dell’Onu uccisi.

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