Con Trump e con Putin: la ragnatela nera anti-Ue

L’ombra della Russia di Vladimir Putin si estende sull’Europa e l’America. Tuona come le armi che esplodono in Ucraina. Parla un alfabeto nuovo, portando con sé un vocabolario fatto di confini e nemici. Si ammanta del velluto delle alleanze internazionali, riunendo i partiti di estrema destra europea AfD, Rassemblement national, Lega e mettendoli in sintonia con gli Stati Uniti, nel secolo scorso il grande nemico ora l’utile alleato. La nuova Strategia di sicurezza nazionale americana ha indicato l’Ue come avversario da combattere e destabilizzare. E le destre radicali europee, che si muovono come vassalli tanto di Donald Trump quanto di Putin, sono ovviamente funzionali a questo tipo di obiettivo che mira a dividere il continente e mettere al primo posto interessi personali e geopolitici. Il presidente americano vuole un’Europa debole e frammentata, Putin applaude chi ripete la sua propaganda, le forze sovraniste europee obbediscono, ignare o indifferenti alle conseguenze per la democrazia e la società. Non è una retorica innocua: ogni parola, ogni gesto, serve a destabilizzare. La guerra al «gender» e la lotta per la «remigrazione»; la difesa della «famiglia naturale» e delle «radici cristiane dell’Europa» costituiscono i cardini retorici e ideologici del nuovo manifesto politico dell’estrema destra europea dettato dal movimento MAGA e da Mosca. Russia, la propaganda a scuola. Pavel Talankin: «Così Putin alleva nuovi soldati» Germania Per capirlo bisogna partire dalla Germania, dai corridoi di pietra del Landtag di Erfurt, il parlamento della Turingia. Qui Ringo Mühlmann, deputato dell’AfD ed ex poliziotto, è uno dei parlamentari più attivi su sicurezza, droni, infrastrutture critiche e trasporti militari verso l’Ucraina. Le sue interrogazioni sono formali, ma così dettagliate da destare allarme: ha chiesto rotte, numeri e modalità dei transiti militari dal 2022, e in un solo giorno di giugno ha presentato otto interrogazioni sulle capacità anti-drone della polizia. Ha sempre negato legami con la Russia. Per Georg Maier, ministro dell’Interno della Turingia, «non si può evitare l’impressione che l’AfD stia seguendo una lista di compiti assegnata dal Cremlino», mentre Irene Mihalic dei Verdi parla di «cavallo di Troia di Putin in Germania». Il partito respinge ogni sospetto, ma i numeri parlano: secondo Der Spiegel, dal 2020 l’AfD ha presentato oltre 7.000 interrogazioni sulla sicurezza, il 70 per cento in Turingia, più di qualsiasi altro partito. Marc Henrichmann, che supervisiona l’intelligence, spiega: «L’intelligence lavora sul mosaico, non su una singola risposta». Il mosaico include incontri internazionali: lo scorso febbraio, a Monaco, il vicepresidente Usa JD Vance ha attaccato duramente l’Ue, poche ore dopo ha incontrato Alice Weidel dell’AfD. A dicembre, la sottosegretaria di Stato Usa Sarah Rogers ha ricevuto Markus Frohnmaier, deputato AfD e portavoce esteri, discutendo la nuova Strategia di sicurezza nazionale americana che denuncia il rischio di «cancellazione civilizzazionale» dell’Europa per migrazione e perdita di identità nazionale, tema sposato dall’AfD. Frohnmaier, secondo documenti del Dossier Centre, è considerato dal governo russo «sotto il nostro controllo». Dopo l’invasione dell’Ucraina, ha criticato l’appoggio tedesco a Kiev e ha rifiutato di definire la Russia un problema per la Germania. Nel 2015, alla convention filo-russa “Franco-Russian Dialogue”, era con Thierry Mariani del Rassemblement national francese. L’Ue è in balìa dei sovranisti, quelle pedine perfette per Trump Francia Proprio in Francia, Marine Le Pen fatica a far dimenticare lo scandalo sui prestiti ricevuti dal suo partito da una banca vicina al Cremlino. La leader del sovranismo francese era stata accolta in pompa magna al Cremlino, ricevendo l’endorsement di Putin per le presidenziali del 2017, e ha mantenuto saldi i legami tra Rassemblement national e la galassia putiniana, difesa anche da Donald Trump. Il 12 dicembre, Le Pen e Jordan Bardella, presidente del Rn e eurodeputato, hanno incontrato Charles Kushner, ambasciatore Usa in Francia, per discutere il programma del partito. Fonti della sicurezza francese, riprese da AFP, hanno segnalato «preoccupazione reale» per l’influenza del movimento Maga sulla politica nazionale, anche senza campagne digitali coordinate. Kevin Roberts, presidente della Heritage Foundation e influente consigliere di Trump, ha visitato Parigi a maggio per incontrare quelli che ha definito «leader della destra francese». Ha dichiarato: «Mettiamo in contatto persone in certi paesi che lavorano su politiche simili, che vogliono un’alleanza – formale o informale – con amici americani. Possiamo far rivivere lo spirito della civiltà occidentale». L’obiettivo è creare reti internazionali di gruppi ideologicamente allineati. Il Rn riconosce punti comuni con il conservatorismo statunitense, ma mantiene una certa distanza. «Ci identifichiamo con temi come la lotta contro l’immigrazione e la protezione delle frontiere, ma il MAGA combina patriottismo e religione, che ci è estranea», spiega Louis Aliot, vicepresidente del Rn, presente all’inaugurazione di Trump e a un omaggio a Charlie Kirk in Colorado. Trump, Putin e Netanyahu: i tre cavalieri dell'Apocalisse del ventunesimo secolo Italia In Italia, la Lega incarnata da Matteo Salvini è il principale veicolo delle influenze sovraniste internazionali. Sempre in prima fila, aspirante Trump d’Italia, nel 2015 il vicepremier italiano sfoggiava la maglia di Putin all’Europarlamento, e nel 2024 la cravatta rossa in omaggio al tycoon. Ha costruito una fitta rete di alleanze tra Mosca e Washington, restituendo l’immagine di una forza politica più interessata ai riflettori globali che alla coerenza in politica estera. Negli anni passati, la Lega ha siglato un accordo con Russia unita, il partito di Putin, mai formalmente cancellato dopo l’invasione dell’Ucraina, e spesso al centro di polemiche. Salvini ha sempre auspicato un’Europa in dialogo con Trump, Putin e Volodymyr Zelensky, prediligendo una diplomazia autonoma da Bruxelles. Non si tratta solo di simboli: nel 2015, durante un intervento di Sergio Mattarella al parlamento europeo postava sui social la frase: «Cedo due Mattarella in cambio di mezzo Putin!». [Missing Caption][Missing Credit] Nel 2019 Giovanni Tizian e Stefano Vergine, sull’Espresso, avevano svelato il caso Metropol: ossia la trattativa avvenuto nell’omonimo hotel di Mosca, il 18 ottobre 2018, alla quale aveva partecipato il fedelissimo di Salvini, Gianluca Savoini, con l’obiettivo di ottenere dai russi un finanziamento per la campagna elettorale per le europee. Le parole confermano la sintonia ideologica. Il leader della Lega ha dichiarato a Quarta Repubblica che «né Hitler, né Napoleone sono riusciti a mettere in ginocchio Mosca, dubito che Kaja Kallas, Emmanuel Macron, Keir Starmer e Friedrich Merz ci riusciranno». Maria Zakharova, discussa e discutibile portavoce del ministero degli Esteri russo, lo ha elogiato come «preciso» e «indiscutibile». Il parallelo tra Lega, MAGA e Russia emerge anche nelle iniziative legislative. La limitazione dell’educazione sessuo-affettiva nelle scuole ricalca esperienze conservatrici americane, dove libri inclusivi su Lgbtq+ e Pride sono stati contestati alla Corte suprema. In Italia, il ddl Valditara demonizza l’educazione inclusiva, mentre politiche restrittive su famiglie non tradizionali e aborto richiamano la riforma eteronormativa di Putin. Sull’immigrazione, il decreto Sicurezza bis riduce l’accoglienza e limita il diritto d’asilo, mentre la Lega discute di «remigrazione» in parlamento, riprendendo messaggi sovranisti di Mosca e Trump. Ci sono poi i legami con la lobby Pro-vita, parte di una rete che lavora a stretto contatto con organizzazioni transnazionali della destra religiosa, come Citizengo e il World Congress of Families, note per ricevere fondi da oligarchi vicini al Cremlino e agire come alleati di Mosca, sostenendo leggi anti-Lgbtq+ e valori tradizionali e diffondendo l’agenda filorussa in Europa e America. È la costellazione di un’“internazionale nera” che attraversa l’Europa, con le destre radicali, che obbediscono a Trump e Putin, che veicolano in parlamento, nelle piazze e nelle scuole un’agenda di odio, restrizioni e nazionalismo. Vassalli di due potenze, minano valori e democrazia, ignorando il prezzo per la società. Distruggendo l’alleanza con l’Europa Trump fa un favore a Putin