Le autorità di Hong Kong hanno arrestato 53 attivisti accusati di avere sovvertito l’ordine nazionale in occasione delle primarie indette dal movimento che sostiene l’introduzione del suffragio universale per scegliere i candidati alle elezioni legislative della regione. L’arresto degli attivisti è avvenuto sulla base della legge di sicurezza nazionale che punisce duramente chiunque manifesti il proprio dissenso sul potere cinese sulla regione.

Chi sono gli arrestati?

Le persone arrestate dal regime filo cinese sono membri di primo piano del movimento che dal luglio del 2019 ha animato proteste che hanno visto la partecipazione di decine di migliaia di persone unite nel chiedere a Pechino di allentare la sua pressione sull’ex colonia britannica. Le persone arrestate sono l’ex segretario di uno dei partiti anti cinese, Wu Chi-wai e gli ex parlamentari Lam Cheuk-ting, Helena Wong e James To. Anche uno dei leader della protesta degli ombrelli del 2014, Benny Tai, è stato arrestato. 

Cosa sta succedendo a Hong Kong?

Gli arresti dei 53 attivisti sono solo l’ultima azione della governatrice, Carrie Lam, nei confronti dei dissidente che sfidano l’influenza di Pechino sulla regione. Lam è infatti eletta da un élite filo cinese. Recentemente la repressione cinese ha colpito anche Jimmy Lai, l’editore di uno dei principali giornali pro democrazia, Apple Daily. Anche lui è accusato di avere infranto la legge sulle sicurezza nazionale e, seppur rilasciato su cauzione, rischia ora la condanna a diversi anni di carcere e non potrà avere contatti con rappresentanti di paesi ostili. La Cina ha inoltre condannato dieci dei dodici attivisti accusati di avere provato a espatriare illegalmente verso Taiwan. Tra le altre personalità di spicco colpite dal governo di Lam figurano i tre attivisti Joshua Wong, Ivan Lam e Agnes Chow condannati fino a tredici mesi e mezzo di carcere per avere organizzato un raduno anti governativo nel luglio del 2019. 

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