Dieci dei dodici attivisti pro democrazia di Hong Kong accusati di espatrio illegale si sono dichiarati colpevoli durante la seduta del processo che li ha visti coinvolti. I dodici hongkonghesi sono stati catturati dalle autorità cinesi il 23 agosto mentre cercavano di raggiungere Taiwan e sono ora sotto processo a Shenzen. Il loro arresto preoccupa molto gli attivisti che combattono contro l’influenza cinese su Hong Kong. I dodici sono infatti processati in Cina dove rischiano pene ancora maggiori di quelle a cui sarebbero condannati a Hong  Kong dove sono già sotto processo perché accusati di avere infranto la legge sulla sicurezza nazionale che punisce duramente chiunque metta in discussione il potere cinese sulla regione.

La repressione contro Hong Kong

I dodici attivisti rischiano di essere solo le ultime vittime di una serie di azioni repressive attuate dal governo cinese contro i manifestanti che da luglio 2019 protestano contro l’influenza di Pechino su Hong Kong chiedendo l’introduzione del suffragio universale. I governatori della regione sono per ora nominati da un élite pro cinese. Negli ultimi mesi il regime comunista ha incarcerato e poi rilasciato su cauzione Jimmy Lai, l’editore del giornale dissidente, AppleDaily. Lai è considerato uno dei volti di punta del movimento di protesta di Hong Kong. La repressione ha colpito anche i tre attivisti Joshua Wong, Ivan Lam Agnes Chow condannati a pene fino a tredici mesi per avere organizzato un raduno anti governativo nel 2019. 

La repressione contro i giornalisti

Hong Kong non è l’unico fronte su cui le autorità cinesi si sono mosse con azioni repressive: ieri, 28 dicembre, un tribunale di Shanghai ha condannato a quattro anni di detenzione Zhang Zhan, la giornalista indipendente che aveva raccontato le difficoltà incontrate dalla popolazione cinese della città di Wuhan. La città era stato il primo focolaio da Covid-19 nel gennaio ci quest’anno.

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