Contro “propaganda gay”, single e donne che non vogliono bambini: le più strane leggi in Russia

A metterle in fila, si fatica a credere che siano vere. Eppure, sono tutte leggi approvate dalla Duma in terza lettura: leggi che, dopo l’approvazione del Consiglio della federazione (la Camera alta), arrivano sul tavolo di Vladimir Putin per la firma. In Occidente, il battesimo del disappunto rispetto alla produzione legislativa russa è iniziato diversi anni fa con il testo sulla cosiddetta “propaganda gay”, l’atto normativo per «proteggere i minori dalle informazioni che promuovono la negazione dei valori tradizionali della famiglia». Correva l’anno 2013 e se n’è discusso tanto. Tuttavia, da allora ad oggi, la sensazione è che la gran parte delle stravaganze del parlamento russo rimanga un fatto interno; in particolare dopo lo scoppio della guerra contro l’Ucraina. La deriva autoritaria dei tecno-oligarchi allergici alle regole Propagande varie La legge sulla “propaganda gay”, ad esempio, ha un suo recente contraltare nella legge sulla propaganda della vita da single. Nel senso che in Russia, dallo scorso dicembre, è vietato dare informazioni che promuovano una vita senza figli: testuale, “propaganda childfree”, contravvenendo peraltro, nell’uso delle parole, a più leggi contro gli anglicismi approvate sin dal 2023. In sostanza, no ai vitelloni, alle donne che non vogliono gravidanze, ai poliamori, ai problemi connessi all’avere dei bambini (depressione post partum, problemi economici, impegni per i quali non ci si sente all’altezza, eccetera). Editori e responsabili dei siti web hanno dunque l’obbligo di controllare che i rispettivi contenuti non promuovano stili di vita che affermino «il vantaggio di rifiutare di avere figli rispetto ad averli». Unica eccezione ammessa, i monaci. A loro, ai religiosi, va poi un’attenzione del tutto particolare. Non solo quella della Corte Suprema, che a luglio ha bandito dalla Federazione niente di meno che il satanismo (chissà che ne penserebbe Bulgakov e soprattutto Voland). Ma anche quella del parlamento che, in una recentissima legge contro la “caduta della croce”, ha disposto che non si possano rappresentare immagini di oggetti religiosi senza simboli religiosi. Che non venga quindi in mente alla zecca dello stato, come accaduto per una banconota nel 2023, di rappresentare una chiesa – nel caso specifico quella del Cremlino di Kazan’ – senza al suo apice una croce! Apriti cielo: «Nei media, su internet, nella vendita di beni, nell’esecuzione di lavori, nella fornitura di servizi, nelle immagini pubblicitarie e in altre forme di riproduzione» è infatti vietato utilizzare immagini di oggetti religiosi privi di simboli religiosi. Putin esce vincitore dal vertice in Alaska, ma non è Trump a perdere. I veri sconfitti sono Zelensky e la Ue Bambini, lingue e movimenti Si diceva però dei bambini e dell’importanza della prole. Ecco, va chiarito che all’ombra del Cremlino, esistono bambini e bambini. Perché quelli degli immigrati, gruppo sociale da tempo nel mirino, da quest’anno, per legge, non possono essere ammessi a scuola senza che sappiano la lingua russa. Premesso che non è dato sapere dove debbano impararla, secondo la vicepresidente del parlamento, Irina Yarovaja, i test linguistici d’entrata hanno il vantaggio di eliminare i conflitti e le situazioni traumatiche «associate all’interruzione della comunicazione con i compagni di classe e gli insegnanti». Un modello scolastico che Don Milani definirebbe «un ospedale che cura i sani e respinge i malati». In compenso, per i sani, per quelli che il russo lo sanno bene, lo stato si è preso la benevola briga di organizzare un bel movimento giovanile. Così la gioventù russa, sempre per legge (2022), può optare per un movimento «pubblico-statale e panrusso» nel quale è instillata «la formazione della visione del mondo basata sui valori spirituali e morali tradizionali russi, sulle tradizioni dei popoli della Federazione Russa, sulle conquiste della cultura russa e mondiale, nonché lo sviluppo in loro [nei bambini] di un’attività socialmente significativa e creativa, di elevate qualità morali, di amore e rispetto per la patria, di duro lavoro, di cultura giuridica, di un atteggiamento attento verso l’ambiente, di un senso di responsabilità personale per il proprio destino e per il destino della patria». Da Musk agli oligarchi di Putin. Gli autocrati non vogliono ombre Eserciti, influencer e ultras E se proprio, crescendo, non entra in testa a questi bambini che la patria è la patria, che stiano bene attenti a non sviluppare idee eterodosse o a cercarle altrove. «Screditare» l’esercito e incitare pubblicamente alla pace significa rischiare diversi anni di carcere (legge del 2022), multe di migliaia di euro e addirittura la confisca dei beni personali (legge del 2024). In sostanza, è meglio proprio non pensarle certe cose. Perché curiosarle su internet significa essere passibili di multa, e farlo usando una linea Vpn significa vedersi contestata un’aggravante seria: chi fornisce il servizio deve peraltro impegnarsi a «bloccare le informazioni proibite» in Russia (legge del 2025). Mai sia, infine, che su web una persona sia brava a comunicare. I blogger che hanno oltre i 10.000 follower devono dare i propri dati a Roskomnadzor, l’Autorità federale che supervisiona le telecomunicazioni, la tecnologia dell’informazione e dei mass media (legge del 2024). Non è illogico pensare che la ricerca di evasione, in un quadro del genere, potrebbe portare a forme di nichilismo. Bene, posto che le leggi contro il consumo di stupefacenti sono draconiane, c’è dell’altro. La Duma, nella sua caccia alle intenzioni, ha infatti predisposto una legge che vieta persino «la propaganda della droga» (2024). Alla prima contestazione scattano multe risibili. Se però ci si ricasca, le multe salgono a cifre corrispondenti a migliaia di euro e il carcere è previsto fino a due anni. Nel dibattito sulla legge si è persino discusso in che modo esonerare alcune opere letterarie dall’accusa di propaganda dei narcotici. “Morfina” di Bulgakov, racconto del 1927, alla fine si è salvato. I nazionalisti russi contro lo zar: «Se si faranno tacere le armi sarà una resa» Menzione finale per gli ultrà di calcio. Alcuni partecipano alla guerra di Ucraina, altri, in giro per l’Europa, tifano l’uomo forte. La Duma ha pensato anche a loro. Una legge li obbliga a una tessera del tifoso che è rilasciata da enti governativi e che va esibita per l’acquisto dei biglietti. Necessari tutti i dati sensibili e la fotografia. La legge, del 2021, è stata talmente restrittiva che lo stesso Putin ha invitato il parlamento, nel 2023, a semplificarla per i problemi a cui andavano incontro bambini, anziani e disabili. In ogni caso il calcio russo ha perso molto pubblico, ma soprattutto ha perso l’entusiasmo dei tifosi che senza successo hanno boicottato il provvedimento. La Duma è ormai da decenni blindata dalla maggioranza intorno a Russia Unita, il partito di Putin. Cerca di intercettare gli umori del suo presidente con provvedimenti che spesso hanno il sapore dell’assurdo. Occorre aderire alla narrazione di una tradizione che è soprattutto invenzione della tradizione. Seguendo questa strada, il passo da Kafka a Fantozzi è però sempre in agguato: tra i tanti disegni di legge ancora non approvati, ne esiste addirittura uno sui nomi ammissibili da dare ai bambini (si propone un elenco statale di nomi per evitare quelli “non standard”). E dire che i deputati e le deputate (sono donne solo il 16 per cento del totale) scendono facilmente sulla Terra quando si tratta di legiferare su sé stessi. Così è stato quando, con un escamotage legislativo sulle informazioni sensibili, sono stati di fatto secretati i dati sui loro redditi individuali (2023). Un colpo da fuoriclasse che sicuramente genera invidia ai nostri.