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La Cop15 confonde l’aumento delle aree protette con la lotta alla riduzione della biodiversità

Marco Lambertini, director general of the WWF International, delivers a statement during a news conference at the COP15 UN conference on biodiversity in Montreal, on Monday, Dec. 19, 2022. (Paul Chiasson/The Canadian Press via AP) Associated Press/LaPresse Only Italy and Spain
Marco Lambertini, director general of the WWF International, delivers a statement during a news conference at the COP15 UN conference on biodiversity in Montreal, on Monday, Dec. 19, 2022. (Paul Chiasson/The Canadian Press via AP) Associated Press/LaPresse Only Italy and Spain
  • È stato raggiunto un accordo alla COP15 di Montreal per la protezione della biodiversità: oltre 190 paesi si sono impegnati a portare le aree protette del mondo al 30 per cento di mare e terraferma entro il 2030. 
  • La COP15 però ha confuso uno strumento (le aree protette) con il vero obiettivo (fermare la perdita di biodiversità). C’è il grande target da presentare al mondo, mancano le risorse finanziarie per raggiungerlo. 
  • Il vertice si svolgeva in Canada ma la presidenza era cinese. Il ministro dell’ambiente cinese ha fatto approvare il testo finale con un vero e proprio colpo di mano. 

Ambizioso sulla carta, debole finanziariamente, quasi disarmato giuridicamente. È questo il bilancio dell'accordo uscito dalla COP15 di Montreal, in Canada, il negoziato multilaterale dell'Onu per la protezione della biodiversità. Secondo un nuovo studio pubblicato su Science Advances e pubblicato all'inizio del vertice un decimo degli animali e delle piante che oggi esistono nel mondo potrebbero estinguersi entro la fine del secolo per mano umana, se continuiamo con i trend attuali di altera

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