Vladimir Putin ha annunciato l’introduzione di una mobilitazione parziale per far fronte alla guerra in Ucraina. La misura entra in vigore nell’immediato e riguarda «solo cittadini che al momento sono parte delle riserve, cioè coloro che hanno svolto il servizio militare nelle forze armate, che hanno già esperienza e formazione», ha detto Putin.

In Russia è in vigore la leva militare obbligatoria e parte dei cittadini hanno già una formazione in materia, tuttavia, il presidente russo ha specificato che prima di essere inviati al fronte i riservisti riceveranno un ulteriore addestramento militare nelle prossime settimane.

Dove saranno impiegati i riservisti

Il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu ha specificato che saranno richiamati circa 300mila riservisti, un numero molto alto di persone, e che questi andranno a controllare la linea di contatto di mille chilometri e quelli che vengono definiti «territori liberati», ovvero le repubbliche del Donbass (Donetsk e Lugansk) dove le truppe russe hanno il supporto delle milizie separatiste che combattono nell’area dal 2014. Shoigu ha sottolineato che i militari di leva e gli studenti non verranno mobilitati ma che solo chi ha esperienza di combattimento e di servizio lo sarà.

Le deroghe

Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa russa Ria Novosti, durante il periodo di mobilitazione parziale un congedo è possibile per età, condizioni di salute e per esonero stabilito con decisione giudiziaria.

Cosa succede a chi si rifiuta

Nella giornata del 20 settembre la Duma, ovvero la camera bassa del parlamento russo, ha approvato una serie di emendamenti al codice penale che prevedono il rafforzamento delle pene per la renitenza alla leva in caso di «mobilitazione», «legge marziale», «tempo di guerra» e «conflitto armato». A oggi le pene previste possono arrivare fino a dieci anni. Gli emendamenti dovranno essere approvati domani dal Consiglio delle federazione, il Senato russo, prima di essere promulgati dal presidente Vladimir Putin.

I militari russi uccisi in Ucraina

«Non posso fare a meno di sottolineare che oggi siamo in guerra non tanto con l’Ucraina, con l’esercito ucraino, quanto con l'intero occidente», ha detto il ministro Shoigu. Secondo il capo delle Forze Armate russe in quasi sette mesi dall’inizio del conflitto sono 5.937 i militari russi morti in Ucraina.

Per gli analisti occidentali si tratta di stime molto al ribasso e credono che in realtà siano decine di migliaia. L’ultima volta che la Difesa russa ha dichiarato il suo bollettino di guerra è stato lo scorso marzo quando aveva riferito che erano stati uccisi 1.351 soldati.

Secondo il Pentagono, invece, sono circa 80mila i militari russi che sono rimasti feriti o uccisi in Ucraina dall’inizio della guerra iniziata lo scorso 24 febbraio.

Cosa significa per la guerra

L’arrivo in Ucraina di 300mila soldati in più è una conferma che l’esercito russo sta avendo difficoltà nel mantenere le sue linee di difesa, dopo che nelle ultime settimane gli ucraini hanno iniziato la loro controffensiva nel sud del paese e sono riusciti a ricontrollare quasi ottomila chilometri quadrati di territorio. Questo significa che Putin o sta cercando di consolidare le posizioni conquistate dai russi o sta prevedendo un ulteriore offensiva su vasta scala.

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