- Alla fine è arrivato pure Kissinger a dirci che non è realistico porsi come obiettivo il ritiro dei russi dalla Crimea.
- L’annessione russa della Crimea del 2014, con il suo corredo di militari privi di insegne e di plebisciti separatisti, non arriva a freddo, ma si avvita su due decenni di riforme frustrate, che hanno visto l’espansione di reti di potere mafiose sullo sfondo di tensioni sociali e geopolitiche piuttosto evidenti.
- Sulla Crimea la Turchia di Erdogan continuerà a stare dalla parte dei tatari. «A proteggere la loro identità e assicurare il loro welfare», ha dichiarato in questi giorni il ministero degli Esteri di Ankara.
Alla fine è arrivato pure Kissinger a dirci che non è realistico porsi come obiettivo il ritiro dei russi dalla Crimea. Non ci si poteva aspettare un registro diverso da chi ha trascorso la vita a trasformare in precetto e dottrina la realtà, più specificamente quelle realtà in cui i forti prevaricano i deboli, magari predicando il “miglior interesse” di questi ultimi. All’indomani dell’annessione della Crimea, mentre gli ucraini a nord tagliavano le forniture d’acqua lasciando a secco la pe



