- Nella prospettiva americana, due cose sono rimaste uguali in questi 100 giorni di guerra: l’ambizione del presidente russo Vladimir Putin di rovesciare il governo Zelensky e il rischio di escalation verso un conflitto internazionale vero e proprio, con l’ombra atomica sullo sfondo.
- La Nato al momento si muove con due priorità: permettere all’Ucraina di preservare la propria sovranità, ma anche evitare l’escalation.
- Per questo gli Stati Uniti e la Nato iniziano a ragionare, spinti dai paesi dell’Est europeo preoccupati dall’allargamento regionale della guerra, su dottrine recuperate dalla Guerra fredda: deterrenza e contenimento.
Gli Stati Uniti si stanno preparando a una guerra lunga, questo è chiaro da settimane con le richieste del presidente Joe Biden al Congresso di approvare 40 miliardi di aiuti, soprattutto militari, all’Ucraina. Il primo giugno il dipartimento della Difesa ha annunciato altri 700 milioni di dollari per, tra l’altro, 1000 missili Javelin, sistemi anti-missile, elicotteri Mi-187, veicoli tattici. Quello che dall’Europa è spesso più difficile capire è perché gli Stati Uniti si sono messi in quest



