Il blocco alla app Didi

Perché il Partito comunista considera l’Uber cinese «un pericolo per la sicurezza nazionale»

The ride-hailing app Didi is seen near other Chinese apps on a phone in Beijing on Monday, July 5, 2021. Chinese regulators have clamped down on the country’s largest ride-hailing app, Didi Global Inc., days after its shares began trading in New York. Authorities told Didi to stop new registrations and ordered its app removed from China’s app stores pending a cybersecurity review. (AP Photo/Ng Han Guan)
The ride-hailing app Didi is seen near other Chinese apps on a phone in Beijing on Monday, July 5, 2021. Chinese regulators have clamped down on the country’s largest ride-hailing app, Didi Global Inc., days after its shares began trading in New York. Authorities told Didi to stop new registrations and ordered its app removed from China’s app stores pending a cybersecurity review. (AP Photo/Ng Han Guan)
  • Lo Uber cinese ieri si è visto rimuovere la sua applicazione da tutti gli app store e bloccare l’iscrizione di nuovi utenti.
  • Con questa mossa senza precedenti l’Amministrazione del cyberspazio della Cina (Cac) ha accompagnato l’avvio, nel fine settimana, dell’inchiesta sull’utilizzo dei dati dei passeggeri da parte di Didi.
  • La leadership cinese inoltre non vuole permettere che delle compagnie private gestiscano – come hanno fatto finora – in maniera indipendente un’enorme mole di dati, considerati importanti per la sicurezza nazionale.

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