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Dietro le mosse di Trump c’è un imperialismo anticinese

Quello di Trump è un nazionalismo aggressivo e imperialista. Il prossimo presidente parla il linguaggio di una realpolitik assai grossolana e binaria, dove le relazioni internazionali diventano un gioco a somma zero in cui ogni attore cerca di massimizzare i propri interessi a svantaggio di quelli degli altri

Acquistare la Groenlandia; riportare manu militari il canale di Panama sotto il diretto controllo statunitense; mettere in discussione l’indipendenza del Canada. Donald Trump non si è ancora insediato e già minaccia di destabilizzare un ordine internazionale di suo sempre più fragile e frammentato. Come dobbiamo leggere queste esternazioni? E cosa ci dicono della possibile politica estera della prossima amministrazione Trump? Sono almeno tre le risposte possibili. Alle quali va aggiunta una prem

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