L’ex presidente americano, Donald Trump, ha attaccato frontalmente il leader dei repubblicani al senato, Mitch McConnell. In una lunga dichiarazione scritta, Trump ha definito McConnell «un politico austero, cupo e senza sorriso» chiedendo esplicitamente ai suoi compagni di partito di non eleggerlo come leader in quanto li «porterebbe alla sconfitta». Jake Miller, consigliere dell’ex presidente, ha fatto sapere che il testo iniziale era ancora più duro nei confronti di McConnell ed era stato reso più soft per evitare ulteriori attacchi personali. Trump ha concluso la nota dicendo di essere pronto a sostenere qualunque futuro candidato che avversi la visione politica del leader dei senatori repubblicani e che sia pronto ad abbracciare la dottrina dell’America First.

Da dove nasce la faida?

Nonostante abbia votato per salvare Trump dall’impeachment, McConnell si è affermato negli ultimi mesi come il principale avversario interno dell’ex presidente. Il legislatore del Kentucky ha accusato più volte Trump  di essere responsabile dell’assalto del Congresso commesso dai suoi sostenitori il 6 gennaio. Inoltre prima dell’insurrezione, il repubblicano aveva tenuto in senato un intervento di fuoco contro l’allora presidente uscente accusato di non volere rispettare la democrazia a causa delle sue teorie cospirazioniste sulla vittoria di Joe Biden alle presidenziali del 3 novembre. Nonostante le sue posizioni, McConnell non ha, però, dato seguito nei fatti alle sue accuse rifiutandosi di votare l’impeachment di Trump proposto dai democratici e seguendo quindi la linea del partito che puntava a lasciarsi il passato alle spalle e a salvare il suo ex leader. Una scelta che però non sembra essere bastata per ottenere «il perdono» di Trump.

Giuliani se ne va

Nel frattempo, un membro dello staff di Trump ha comunicato la fine del rapporto lavorativo tra l’ex presidente e il suo avvocato, Rudy Giuliani. L’ex sindaco di New York è stato finora il volto della campagna legale di Trump contro i risultati delle ultime presidenziali. Ma tutte le cause contro la vittoria di Biden sono state perse. Il risultato non è certo piaciuto a Trump che, secondo quanto riportato, dalla Cnn avrebbe chiesto ai suoi collaboratori di non pagare più Giuliani. Dopo avere giocato finora in attacco, l’ex presidente dovrà ora difendersi dalle accuse legali che stanno già iniziando a colpirlo per i fatti del 6 gennaio. Un legislatore democratico ha, infatti, avviato una causa civile contro Trump per avere «ispirato» la rivolta dei suoi sostenitori.

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