SCENARI – Cosa resterà della politica estera di Mario Draghi

Il “metodo Draghi” per affrontare il futuro

LaPresse
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  • È sul conflitto in Ucraina che il governo presieduto da Draghi ha dato la prova migliore, dimostrando di sapere scegliere da che parte stare senza incertezze o ripensamenti. C’è da augurarsi che, se non proprio l’agenda, almeno il metodo Draghi continui a ispirare anche il prossimo esecutivo.

  • Anche perché, se in questa campagna elettorale sovranismo, nazionalismo e protezionismo sembrano aver perso quella capacità di attrazione che aveva caratterizzato la campagna del 2018, non va dimenticato che questi richiami hanno contraddistinto la cultura politica dei partiti che potrebbero governare l’Italia fra qualche settimana. 

  • Il testo fa parte del nuovo numero di Scenari: “Cosa resterà della politica estera di Draghi”, in edicola e in digitale da venerdì 23 settembre.

Nel mezzo di una campagna elettorale comprensibilmente tutta concentrata su economia, energia, fisco, lavoro, sicurezza interna e migrazioni, può essere utile ricordare l’azione del governo uscente sul fronte della politica estera e della collocazione internazionale del paese. Potrebbe servire anche per trarne qualche indicazione sulle sfide con cui dovrà confrontarsi il governo che guiderà il paese dopo le elezioni del 25 settembre. Pandemia e ripresa Il governo Draghi si era insediato ag

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