- Se dopo lo choc dei risultati le prime pagine dei quotidiani e le aperture dei tg erano tutte per lo “schiaffo” subìto dal presidente Macron, oggi è sulle cause e sulle conseguenze dell’inatteso exploit lepenista che si appuntano le analisi
- Nessuno aveva previsto gli 89 duelli vincenti (in realtà 91, in virtù degli apparentamenti) dei candidati “blu marine” sui 208 che gli esponenti del partito della fiamma tricolore erano riusciti a conquistare.
- Ora Le Pen dovrà cercare di uscire dall’isolamento riuscendo a far firmare le sue proposte di legge ad esponenti di altri gruppi e controllare la sua eterogenea pattuglia di deputati facendo sì che tutti restino fedeli alla sua strategia di “sdemonizzazione”.
No, le cose non sono andate come in Les 155 jours de Marine Le Pen, il saggio fantapolitico di Blaise de Monluc che lo scorso autunno si era issato per qualche settimana negli scaffali dei best seller delle librerie. Il 21 giugno 2022 alle 12 Emmanuel Macron non è stato costretto a ricevere in pompa magna nel palazzo dell’Eliseo la leader del Rassemblement national per conferirle l’incarico di primo ministro. Ma ciò non toglie che sia oggi la candidata sconfitta al ballottaggio dell’elezione



