Le elezioni di metà mandato negli Stati Uniti hanno restituito un quadro più incerto di quello che i sondaggisti si aspettavano, con una tenuta democratica che si è rispecchiata non solo nel voto postale ancora da conteggiare, ma anche nel voto in persona nell’Election Day. Ecco un elenco di come sono andate le elezioni nei contesti più in bilico al Senato e le elezioni per la carica di governatore.

Arizona

Ancora molto aperta la situazione in Arizona, dove i candidati repubblicani per le maggiori cariche statali  sono sostenitori della bufala trumpista delle “elezioni rubate”. Con circa il 50 per cento dei voti conteggiati sia il senatore uscente dem Mark Kelly che la candidata governatrice Katie Dobbs sono in vantaggio contro i conservatori Blake Masters e Kari Lake. Quest’ultima sta girando in auto per lo stato per controllare dove ci sono “malfunzionamenti” delle postazioni elettroniche di voto.

Colorado

Lo stato sulle Montagne Rocciose ha consolidato finora la sua trasformazione democratica, con la rielezione con circa il 58 per cento del governatore Jared Polis contro la repubblicana conservatrice Heidi Ganahl, mentre il senatore uscente Michael Bennett ha ottenuto il 53 per cento contro Joe O’ Dea, un moderato sostenuto da George W. Bush ed aspramente contestato da Donald Trump.

Georgia

Uno degli stati più in bilico della tornata mostra una netta differenza tra i voti ricevuti tra due candidati repubblicani: Brian Kemp, governatore uscente conservatore e antitrumpiano, ha vinto con il 53 per cento dei voti contro la dem Stacey Abrams, afroamericana ex leader di minoranza alla Camera statale.

Al contrario al Senato è leggermente avanti con il 49 per cento l’uscente dem Raphael Warnock, uno dei maggiori obiettivi dei repubblicani in questa tornata, certo non aiutati dagli scandali familiari che durante la campagna elettorale. hanno colpito il candidato repubblicano Herschel Walker, ex giocatore di football americano, afroamericano come Warnock. Se nessun candidato supererà il 50 per cento, si andrà a un ballottaggio il 6 dicembre, potenzialmente decisivo per decidere chi avrà la maggioranza al Senato

Nevada

Troppo presto per fare ipotesi in Nevada, dove nella contea di Clark, dove si trova Las Vegas a seggi aperti è finita la carta nei seggi e quindi i seggi sono rimasti aperti più del previsto, oltre le 22 ora locale. La senatrice uscente Catherine Cortez Masto è stata uno dei maggiori obiettivi repubblicani, ma i primi dati con il 41 per cento degli scrutini gli assegnano un vantaggio sul suo avversario, il trumpiano Adam Laxalt. Stessi risultati per il governatore uscente dem Steve Sisolak

New Hampshire

Un risultato totalmente diviso tra due popolari uscenti di segno avverso nel Granite State: la senatrice uscente Maggie Hassan ha battuto con il 54 per cento dei voti e dieci punti di vantaggio il suo avversario repubblicano Don Bolduc, un generale dell’esercito in pensione, ultratrumpiano e negazionista dei risultati delle presidenziali del 2020. Il governatore uscente Chris Sununu, invece, un repubblicano moderato, ha ottenuto senza problemi la rielezione con il 57 per cento dei suffragi.

Pennsylvania

Uno dei risultati più attesi era la Pennsylvania, diventata negli ultimi dieci anni uno stato in bilico. In gioco c’era il seggio del senatore repubblicano Pat Toomey, non ricandidato, e conteso tra il vicegovernatore dem John Fetterman e il medico televisivo Mehmet Oz, di origine turca e sostenuto da Donald Trump.

Secondo le prime proiezioni della Nbc, Fetterman avrebbe prevalso di misura contro l’avversario, aiutato anche dal risultato netto ottenuto dal procuratore generale Josh Shapiro, candidato governatore contro il repubblicano di estrema destra Doug Mastriano, noto per aver partecipato all’insurrezione del 6 gennaio 2021 a Capitol Hill. Shapiro ha preso il 54 per cento circa dei voti contro il 43 per cento di Mastriano.

Wisconsin

Uno degli stati che ha dato la vittoria a Donald Trump nel 2016 presenta un risultato equamente diviso e difficilmente spiegabile. Da un lato il governatore uscente Tony Evers, uno dei democratici più impopolari d’America, è avanti contro l’avversario Tim Michels, un trumpiano di stretta osservanza, per 51 per cento a 48 per cento.

Al contrario, uno dei trumpiani più loquaci del Senato, l’uscente Ron Johnson, è a un passo dalla vittoria contro l’avversario Mandela Barnes, vicegovernatore dem. Anche Johnson è un negazionista del risultato elettorale del 2020, ma probabilmente questa volta avrà poco da ridire, essendo uno dei più vulnerabili repubblicani dell’intera tornata elettorale.

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