L’Unione Europea dopo oltre 200 giorni di invasione dell’Ucraina da parte della Russia si prepara  ai razionamenti di energia. Oggi la Commissione presenterà il nuovo pacchetto di misure in quelle che vengono definite ore decisive a Strasburgo per mettere a punto le misure d'emergenza sull'Energia. Dalle ultime indiscrezioni, il price cap, il tetto al prezzo del gas russo, non ci sarà, una misura che viene ritenuta “svuotata” dall'interruzione di fatto del flusso da Mosca verso l'Europa, e mentre il gas scarseggia la Commissione  deve tagliare direttamente sui consumi.

Ipotesi

Ma la Commissione continua a studiare l'ipotesi di un tetto al prezzo del gas generalizzato, secondo quanto si apprende da Bruxelles, anche se servirà ancora del tempo. La Norvegia, paese che esporta verso l’Europa, si è detta scettica. «Ci apprestiamo a partecipare ai colloqui con un atteggiamento aperto, ma siamo scettici a un tetto al prezzo del gas. Il price cap non risolverà il problema fondamentale, ovvero che c'è troppo poco gas in Europa», ha detto il primo ministro norvegese, Jonas Gahr Støre, in una nota dopo una conversazione telefonica avuta ieri mattina con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in merito alla crisi energetica che interessa l'Europa. La Norvegia è oggi il principale paese fornitore verso l’Unione europea da quando Mosca ha iniziato a tagliare i flussi di gas.

I colloqui tra la presidente, la commissaria all'Energia, Kadri Simson, e i vari fornitori su cui l'Europa sta facendo affidamento dopo l'invasione russa proseguono. Confermate invece le altre misure.

Il risparmio di energia elettrica si prepara a essere quella prioritaria: dovrebbe prevedere tagli obbligatori nelle ore di punta per tre quattro ore da definire a discrezione dei paesi membri. Prosegue il suo cammino il contributo sugli extra profitti che le imprese di energia fossile stanno realizzando e il tetto ai ricavi per le aziende di energia da altre fonti che stanno realizzando profitti inaspettati per il prezzo gonfiato dal prezzo di riferimenti del gas, dunque carbone, nucleare, energie rinnovabili e rifiuti.

Oltre al price cap al gas russo, viene momentaneamente accantonato anche il sostegno alla liquidità delle imprese, ma «solo per motivi tecnici - riferisce la fonte - perché ci sono problemi di compatibilità con il regime sugli aiuti di stato» che vanno risolti.

Potrebbe trovare spazio invece la proposta sulla creazione di un nuovo mercato del gas con un indice alternativo al Ttf di Amsterdam.

I prezzi scendono

Dopo gli annunci della Commissione europea, il prezzo del gas sulla piazza olandese ha continuato a scendere, sotto i 200 euro al megawattora, e chiuso ieri a 190. In queste ore concitate, di trattative e riscrittura delle bozze per limare i dettagli, si è aperto anche un caso comunicativo. Le misure d'emergenza sulla crisi energetica, su cui la Commissione ha mandato dal Consiglio Ue (ovvero dagli Stati) di emettere una proposta legislativa «entro metà settembre», saranno sì discusse oggi ma non saranno comunicate prima di mercoledì.

Von de Leyen potrebbe esporre le misure durante il suo discorso sullo Stato dell'Unione Leyen pronuncerà alla plenaria del Parlamento europeo.

Oggi - spiega un portavoce della Commissione - le proposte verranno solo discusse e «saranno formalmente adottate più avanti in sequenza», probabilmente con procedura scritta. 

La Repubblica Ceca

I paesi europei vanno avanti da soli. Il governo ceco procede nel suo progetto di introdurre un tetto ai prezzi dell'elettricità e del gas per le famiglie e le piccole imprese. Il governo del primo ministro Petr Fiala ha approvato una bozza di legge in una riunione speciale tenuta ieri sera, che ora deve essere approvata da entrambe le camere del parlamento.

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