Stando a quanto riporta The Guardian, l'accordo sui minerali, oggetto di negoziati tesi, durati per mesi e quasi fallito poche ore prima della firma, prevede la creazione di un Fondo d’Investimento per la Ricostruzione USA-Ucraina che, secondo l’amministrazione Trump, inizierà a rimborsare circa 175 miliardi di dollari di aiuti forniti all’Ucraina dall’inizio della guerra.

«Questo accordo manda un chiaro segnale alla Russia che l’amministrazione Trump è impegnata in un processo di pace incentrato su un’Ucraina libera, sovrana e prospera a lungo termine», ha dichiarato il segretario al Tesoro americano, Scott Bessent, in una nota.

«Il presidente Trump ha immaginato questa partnership tra il popolo americano e quello ucraino come dimostrazione dell’impegno di entrambi per una pace duratura e la prosperità dell’Ucraina. E sia chiaro: nessuno Stato o persona che ha finanziato o fornito supporto alla macchina da guerra russa potrà trarre vantaggio dalla ricostruzione dell’Ucraina».

La prima vicepremier ucraina, Yulia Svyrydenko, ha confermato in un post sui social di aver firmato l’accordo. «Insieme agli Stati Uniti, stiamo creando un fondo che attrarrà investimenti globali nel nostro Paese», ha scritto. L’accordo necessita ancora dell’approvazione del parlamento ucraino.

Funzionari ucraini hanno rivelato i dettagli dell’accordo, presentandolo come equo e garantendo all’Ucraina il controllo sulle sue risorse naturali.

Il primo ministro ucraino, Denys Shmyhal, ha dichiarato che il fondo sarà diviso al 50 per cento tra Usa e Ucraina, con pari diritti di voto per entrambe le parti. L’Ucraina manterrà «pieno controllo sulle sue risorse minerarie, infrastrutture e risorse naturali», ha aggiunto, e l’accordo riguarderà solo nuovi investimenti, quindi non comporterà debiti per l’Ucraina — un punto chiave per Kyiv. I contratti garantiranno entrate sulla base di accordi "take-or-pay", ha aggiunto Shmyhal.

Al presidente ucraino Volodymyr Zelensky «ho detto che sarebbe stata un'ottima cosa se fossimo riusciti a raggiungere un accordo» sui minerali «e lui lo avesse firmato, perché la Russia è molto più forte», ha detto il presidente americano Donald Trump rivelando alcuni dettagli dell'incontro a Roma con il leader ucraino in un'intervista a Newsnation. Alla domanda se l'accordo sui minerali avrebbe "inibito" il leader russo Vladimir Putin, Trump ha risposto: «Beh, potrebbe»

Fino all’ultimo momento non era chiaro se Usa e Ucraina sarebbero riusciti a firmare l’accordo, con Washington che avrebbe fatto pressioni su Kyiv affinché firmasse anche altri accordi, tra cui uno sulla struttura del fondo d’investimento, o «tornasse a casa».

In un post su Facebook, la vicepremier Svyrydenko ha fornito ulteriori dettagli sul fondo, affermando che esso «attrarrà investimenti globali».

Ha confermato che l’Ucraina manterrà la piena proprietà delle risorse «sul nostro territorio e nelle acque territoriali ucraine». «È lo Stato ucraino che decide dove e cosa estrarre», ha detto. Non ci saranno cambiamenti nella proprietà delle imprese statali, ha precisato: «continueranno ad appartenere all’Ucraina». Questo include aziende come Ukrnafta, il principale produttore di petrolio ucraino, e il produttore di energia nucleare Energoatom.

I proventi proverranno da nuove licenze per materiali critici e progetti di petrolio e gas, non da progetti già avviati, ha aggiunto.

Entrate e contributi al fondo non saranno tassati né negli Stati Uniti né in Ucraina, ha detto, «per garantire il massimo ritorno sugli investimenti» e il trasferimento tecnologico e lo sviluppo saranno «una parte chiave dell’accordo».

Washington contribuirà al fondo, ha detto. «Oltre ai contributi finanziari diretti, potrebbe fornire anche nuovi aiuti — ad esempio sistemi di difesa aerea per l’Ucraina», ha aggiunto. Washington non ha commentato direttamente questa proposta.

L’Ucraina possiede circa il 5 per cento delle risorse minerarie e terre rare del mondo. Tuttavia, molte di queste risorse non sono ancora state sfruttate e diversi siti si trovano in territori attualmente controllati dalle forze russe.

Razom for Ukraine, un'organizzazione no-profit statunitense che fornisce aiuti medici e umanitari all’Ucraina e sostiene il supporto degli Usa, ha accolto con favore l’accordo e ha invitato l’amministrazione Trump ad aumentare la pressione su Vladimir Putin per porre fine all’invasione.

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