Il nuovo presidente dell’Argentina è il capofila del laboratorio sudamericano della “ultraderecha” globale, guidata idealmente da Donald Trump. Ma la sua reale collocazione politica è tutta da verificare. In lui convivono diverse anime e nella coalizione che lo ha portato alla vittoria ha avuto un ruolo decisivo la destra tradizionale di Macri, che chiederà una contropartita
Si è molto scritto e detto a proposito della vittoria di Javier Milei, che si insedia domenica 10 dicembre come presidente dell’Argentina. Principalmente per tre motivi. In parte, ciò si deve all’immagine che ha proiettato di sé durante la campagna elettorale, ovvero quella di una personalità fuori dagli schemi, controcorrente, antipolitica, “anarchica”. In parte, tale interesse è scaturito dai suoi numerosi, contraddittori e, in qualche caso, impraticabili proclami: dalla “dollarizzazione” dell



