Le voci si rincorrono senza poterle verificare in Israele, che attende le mosse di Teheran. «Il raid iraniano contro Israele avverrà oggi», hanno rivelato due fonti americane alla rete Cbs, secondo cui oltre 100 droni e decine di missili cruise bombarderebbero obiettivi militari all'interno del paese, per rappresaglia all'attacco israeliano del primo aprile scorso contro il consolato iraniano a Damasco, costato la vita a un importante generale dei Pasdaran.

Così le minacce di ritorsioni da parte dell'Iran contro Israele stanno provocando un aumento della tensione in Medio Oriente con il conseguente rischio di escalation, mentre i negoziati per una tregua a Gaza sono fermi al Cairo in attesa di risposte da parte dei contendenti Israele e Hamas all'ultima proposta dei mediatori.

Gli Stati Uniti, che danno il loro sostegno militare a Israele nonostante le tensioni fra Tel Aviv e Washington sulla volontà di Netanyahu di entrare a Rafah e sulle responsabilità delle morti dei 7 operatori di World Central Kitchen morti per sfamare Gaza, hanno annunciato la limitazione degli spostamenti in Israele del proprio personale diplomatico e dei membri delle loro famiglie sebbene per “eccesso di prudenza”.

Per non sbagliare e nel contesto di "escalation" con l'Iran, il generale americano responsabile del Medio Oriente, Michael Erik Kurilla, è in giunto in Israele per discutere con i vertici militari del paese delle «minacce alla sicurezza nella regione».

Il leader supremo dell'Iran, l'ayatollah Ali Khamenei, il cui paese, sostiene Hamas sebbene l’organizzazione palestinese sia sunnita, ha indicato che Israele sarà «punito» dopo l'attacco del primo aprile in Siria, che ha distrutto il consolato iraniano a Damasco e ha causato la morte di 16 persone, tra cui sette membri del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie, il corpo d’élite della Repubblica islamica.

«Se l'Iran effettua un attacco dal suo territorio, Israele risponderà e attaccherà l'Iran», ha risposto il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz. Israele fra l’altro è preoccupato dei progressi nell’arricchimento dell’uranio di Teheran.

Durante colloqui telefonici con i suoi omologhi tedeschi, australiani e britannici, il capo della diplomazia iraniana, Hossein Amir-Abdollahian, ha parlato della «necessità» che Teheran risponda all'attacco contro il suo consolato a Damasco, cercando di «evitare le tensioni».

L'Iran, ha detto ai suoi interlocutori occidentali, «non sta cercando di ampliare la portata della guerra», ha scritto su X. Washington ha dichiarato di aver «avvertito» l'Iran, mentre il segretario di Stato, Antony Blinken ha parlato in call con le controparti cinesi, turche e saudite, invitandole a fare pressione su Teheran contro qualsiasi raid contro Israele.

Russia e Germania hanno chiesto "moderazione" per evitare un'escalation in Medio Oriente. "Siamo nel mezzo della guerra a Gaza, che continua a pieno ritmo ma ci prepariamo anche ad affrontare le sfide in altri teatri" di operazioni, ha dichiarato Netanyahu che in realtà ha ritirato la maggior parte delle truppe da Gaza per poterle schierare a Nord.

Fermi i negoziati

Quanto ai negoziati per una tregua, finora non si è riusciti a trovare un compromesso accettabile dalle due parti in conflitto. Israele ha accusato Hamas di non accettare un'offerta molto ragionevole". L'ultima proposta di Qatar, Stati Uniti ed Egitto, i paesi che fanno da mediatori, prevede una tregua di 6 settimane e la liberazione di 42 dei 130 ostaggi ancora detenuti a Gaza in cambio del rilascio di 8-900 palestinesi in carcere e del ritorno a casa degli abitanti del nord della Striscia sfollati.

Hamas chiede invece un cessate il fuoco definitivo, il ritiro dei militari israeliani da Gaza, l'aumento degli aiuti, il ritorno dei profughi e uno scambio fra ostaggi e detenuti.

Riunione a Gerusalemme

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha condotto una «valutazione della sicurezza» nel mezzo dei preparativi per un attacco iraniano. Alla riunione erano presenti sia il ministro del Gabinetto di guerra Benny Gantz sia quello della difesa Yoav Gallant.

Il portavoce dell'esercito Daniel Hagari ha confermato che l'Idf «è in alto allarme». Israele si sta preparando a un attacco diretto dall'Iran nelle prossime 24-48 ore. Lo riporta il Wall Street Journal citando alcune fonti, secondo cui l'attacco colpirà il territorio di Israele. Il capo del Pentagono Lloyd Austin ha avuto un colloquio telefonico con il ministro della Difesa di Israele Yoav Gallant, a cui ha assicurato che Israele può contare sul pieno appoggio americano a difendere Israele contro gli attacchi iraniani.

I due hanno discusso della «preparazione ad un attacco iraniano contro lo Stato di Israele, che potrebbe portare ad un'escalation nella regione». Ed è proprio questa ipotesi di allargamento del conflitto a preoccupare Washington che teme ripercussioni militari e sui prezzi del petrolio già ai massimi senza conflitti estesi in Medio Oriente.

Gli elettori americani guardano prima del voto al prezzo al gallone della benzina. I prezzi medi del carburante sono aumentati di 24 centesimi al gallone nell'ultimo mese a 3,63 dollari riporta Axios. E i prezzi potrebbero salire se la situazione dovesse precipitare.

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