L’inverno non sta ancora arrivando, ma la Commissione europea ci sta pensando, così la commissaria all’Energia Kadri Simson ha annunciato che inizierà a lavorare dal primo giugno la task force della Commissione per garantire l'approvvigionamento energetico dell'Ue attraverso l'acquisto «comune volontario» di gas, Gnl e idrogeno. Il gruppo, sotto la supervisione della commissaria Simson, lavorerà per aggregare i paesi interessati agli acquisti in comune, il coordinamento della capacità e i negoziati con i fornitori. Il progetto era stato anticipato il 18 maggio tramite il piano per l’energia “RePowerEu”.

La Task force avrà tre unità: domanda globale e negoziati internazionali; relazioni con gli stati membri e quelli vicini; e relazioni internazionali.

Per gli analisti, riporta Reuters, il progetto rischia di essere in parte un flop. Infatti lo schema potrebbe avere difficoltà a garantire volumi significativi e difficilmente sarà lanciato rapidamente «data la complessità del coordinamento tra aziende, governi e Bruxelles per effettuare gli acquisti».

Simson finora è stata fiduciosa, e ha affermato che agendo insieme, i paesi dell'Ue potrebbero accedere a forniture che altrimenti non sarebbero disponibili. Infatti se da una parte è vero che «ci sono volumi di gas limitati disponibili nel mercato globale per quest’anno» alcuni «stanno arrivando sul mercato solo grazie alle decisioni politiche», il riferimento è agli accordi con gli Stati Uniti di marzo che permetteranno un import extra di 15 miliardi di metri cubi di gas naturale liquefatto in Europa per il 2022, gli unici siglati dall’Unione europea nel suo insieme.

Gli altri in corso lavorazione infatti vengono gestiti singolarmente da ciascuno stato membro.

Draghi in Israele

Dopo il tour in Africa del ministro Luigi Di Maio, non è escluso che anche durante il prossimo viaggio di Mario Draghi in Israele si parli di metano. Il premier si recherà in visita a metà giugno, il 14 o il 15, per un incontro bilaterale con il premier Naftali Bennett. Il 22 giugno, alle 9, ci saranno le comunicazioni di Draghi, in vista del Consiglio europeo del 23 e 24 giugno.

Secondo Repubblica, che ha anticipato l’appuntamento, uno dei temi sul tavolo sarà appunto l’approvvigionamento. In Italia al momento in Parlamento si sta discutendo il progetto EastMed, gasdotto che dovrebbe collegare il grande il Bacino Levantino (nel Mediterraneo orientale, tra Cipro, Egitto e Israele) alla Puglia. Sul gasdotto il premier finora non si è espresso in maniera definitiva, ma lo scorso marzo ha detto che è un’ipotesi che l’Italia sta valutando.

Il viaggio però potrebbe essere collegato anche a un’altra tappa: il 5 luglio Draghi infatti si recherà in Turchia, dove è allo studio un nuovo progetto di gasdotto sottomarino che dovrebbe collegare la Turchia al più grande giacimento offshore israeliano, il Leviathan e che Ankara vede come alternativo all’Eastmed.

Un progetto che Il Cairo approva. Lo scorso febbraio infatti l’Egitto si è accordato con Israele per un gasdotto che punti direttamente agli impianti di liquefazione egiziani, una situazione che favorirebbe le esportazioni e un giro più lungo e che, sul fronte liquefazione, piace anche all’Eni.

Di recente Lapo Pistelli, responsabile Affari pubblici, si è detto a sfavore del progetto Eastmed, in primo luogo per i tempi di realizzazione previsti, ovvero cinque anni. Sul fronte economico ha detto poi che «è plausibile affermare che vi sono delle alternative che potrebbero essere più economiche e arrivare in esercizio in un tempo molto più rapido di quello che si immagina» per l'entrata in esercizio del gasdotto e ha proposto piuttosto l’ampliamento dei liquefattori esistenti in Egitto, Idku e Damietta, un’area dove Eni si occupa anche di estrarre metano.

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