Continua il lancio di missili tra Gaza e Israele. Da ieri notte l’esercito israeliano ha lanciato oltre 450 missili, a cui Hamas ha risposto con altri 50. Una potenza di fuoco che ha provocato almeno tra gli arabi 119 vittime (di cui 31 bambini), mentre sono 9 i decessi tra gli israeliani (di cui 2 bambini). L’ufficio del presidente palestinese del partito laico al Fatah, Abu Mazen, ha rilasciato una dichiarazione: «Il presidente chiede all’amministrazione degli Stati Uniti di intervenire immediatamente e rapidamente per fermare questa aggressione israeliana in modo che le cose non vadano fuori controllo».

Nel mentre il vicesegretario americano per gli affari israeliani e palestinesi Hady Amr è arrivato a Tel Aviv per avviare dei colloqui con le parti e porre fine alle violenze in corso con Gaza.

Lo scontro in Cisgiordania

La situazione rimane di massima allerta in tutto il territorio. Alcuni civili di Gaza si sono diretti verso i rifugi presenti nella Striscia, mentre Israele ha ordinato ai coloni che vivono entro quattro chilometri dal confine di proteggersi all’interno dei bunker. Episodi di violenza locali si diffondo a macchia di leopardo nelle città israeliane sotto il suono delle sirene che rimangono incessanti nella parte sud del paese, quella più a rischio. Intanto in Cisgiordania sono morti nove cittadini palestinesi negli scontri con l’esercito che è intervenuto per sedare le proteste. Sono oltre tremila gli arabi coinvolti.

AP Photo/Mahmoud Illean

Un aggiornamento dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari afferma che più di 200 unità abitative e 24 scuole sono state distrutte o gravemente danneggiate nella Striscia di Gaza nei raid aerei israeliani degli ultimi cinque giorni. L’agenzia ha anche lanciato l’allarme sull'accesso all’acqua dolce e sull'impatto delle ostilità sulla risposta di Covid-19 di Gaza. Oltre 800 i feriti, di cui alcuni in condizioni gravi. L’Unicef ha lanciato l’allarme chiedendo il rispetto del diritto umanitario internazionale e la fine dell’escalation. L’Oxfam 

Un morto nel confine con il Libano

La tensione è alta anche ai confini con il Libano e la Siria: almeno tre razzi sono stati lanciati ieri sera dal sud del Libano in direzione di Israele, che sono atterrati nel Mediterraneo. L’esercito libanese ha detto di aver arrestato un cittadino palestinese in relazione all'incidente. Alcuni manifestanti hanno provato ad attraversare il confine per entrare in Israele dal sud del Libano, ma l’esercito ha sparato dei colpi di avvertimento per disperderli, che secondo l’agenzia di stampa nazionale hanno ucciso un uomo.

L’operazione dell’aviazione israeliana

Il tanto temuto intervento terrestre per ora sembra essere stato scongiurato. Inizialmente l’account Twitter dell’esercito israeliano ha annunciato: «Truppe aree e terrestri stanno attaccando la Striscia di Gaza».

In un secondo momento arriva la correzione da parte del portavoce militare israeliano Jonathan Conricus che ha detto: «Attualmente non ci sono truppe di terra all’interno della Striscia di Gaza» e riferendosi al Tweet ha affermato che si sia trattato di un «problema di comunicazione interna».

L’apparente errore riflette una situazione confusionaria all’interno dell’esercito, da dove fanno sapere che stanno investigando sull’accaduto. Ma se è stato smentito l’attacco terrestre c’è stata invece una massiccia operazione dell’aviazione militare. L’esercito ha annunciato di aver impiegato 160 aerei che hanno lanciato 450 missili nella notte, supportati dall’artiglieria pesante e da truppe terrestri che hanno sparato dal confine. In totale, circa 500 proiettili d’artiglieria – alcuni razzi ed esplosivi – insieme a 50 colpi di carro armato, sono stati sparati nella notte. Era dal 2014 che non si vedeva un’intervento aereo di questo tipo. L’attacco ha colpito maggiormente la parte Nord della Striscia. In particolare, nel mirino sono finiti i tunnel di Hamas. Decine di palestinesi hanno raggiunto dei rifugi a bordo di pickup e a piedi per cercare di mettersi in salvo.

Netanyahu ha rilasciato una dichiarazione dal suo ufficio: «Ho detto che avremmo imposto un prezzo molto pesante ad Hamas, lo stiamo facendo e continueremo con grande forza. L’ultima parola non è stata detta e questa operazione continuerà per tutto il tempo necessario».

L’esercito israeliano ha chiesto ai cittadini che vivono entro i quattro chilometri dalla Striscia di rifugiarsi nei bunker fino a nuovo ordine, per proteggerli in caso di una risposta di Hamas, che infatti non è tardata arrivare. Sarebbero 50 i missili di risposta lanciati dall’ala paramilitare dell’organizzazione islamista.

Gli Usa evacuano il personale

Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha evacuato in via precauzionale con un aereo da trasporto C-17 Us Air Force circa 120 membri del suo personale presente in Israele. Intanto l’ambasciatrice americana all’Onu ha annunciato che ci sarà una riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni unite la prossima domenica. In questi primi quattro giorni di conflitto gli Stati Uniti si sono opposti a una dichiarazione congiunta da parte del Consiglio di Sicurezza dell’Onu per un cessate al fuoco, considerandola come «controproducente».

Il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron ha chiesto un immediato cessate il fuoco e la ripresa del dialogo tramite il suo account Twitter. Gli ha fatto eco il Segretario Generale dell’Onu, Antonio Guterres, che ha aggiunto anche: «Troppi civili innocenti sono già morti. Questo conflitto può solo aumentare la radicalizzazione e l'estremismo in tutta la regione».

L’escalation

Già nella giornata del 13 maggio il portavoce delle forze armate ha annunciato che Israele aveva pronto un piano per un eventuale intervento terrestre. Infatti, in totale sono stati 16mila i riservisti che la Difesa ha chiamato in questi giorni per fa fronte a una possibile guerra. Nel pomeriggio del 13 maggio tre brigate militari e alcuni carri armati sono stati schierati al confine con la Striscia di Gaza.

Negli ultimi tre giorni Hamas ha fatto partir 1600 missili contro Israele, circa il 90 per cento di questi sono stati intercettati dai sistemi di difesa mentre un terzo sono caduti nel territorio della Striscia, come dimostrano alcuni video pubblicati dall’esercito israeliano. Altri razzi sono riusciti a colpire città del sud del paese come Ashkelon e Ashdod e altre città più centrali come Tel Aviv.

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